Chieti. In occasione della Giornata dell’Economia, la Camera di Commercio di Chieti ha diffuso oggi i dati sull’andamento dell’economia provinciale nel 2010. Dall’indagine emerge che, nonostante la crisi, la base produttiva locale mostra una certa tenuta, anche se la crescita registrata si presenta al di sotto di quanto registrato a livello regionale e nazionale. Continua, inoltre, la tendenza delle imprese che scelgono forme giuridiche più strutturate (società di capitali) ed alla provincia di Chieti è ascrivibile il 30 per cento del valore aggiunto regionale.
Nella graduatoria nazionale del Pil pro-capite, poi, la provincia di Chieti si posiziona al 71° posto, con un valore superiore alla media del Sud, ma comunque ancora distante rispetto a quella nazionale e i dati Istat sulle forze di lavoro evidenziano un tasso di disoccupazione attestato a livelli superiori alla media nazionale e una maggiore difficoltà per la componente giovanile e femminile ad entrare sul mercato del lavoro. Ancora, la provincia di Chieti rappresenta 65 per cento del totale delle esportazioni della regione; dopo la brusca battuta d’arresto registrata nel 2009, l’export mostra positivi segnali di ripresa, con il settore dei mezzi di trasporto che ne traina la crescita. Le previsioni formulate da Prometeia per il biennio 2012-2013 indicano, infine, una crescita del valore aggiunto e dell’occupazione attestata a livelli pressoché simili alla media nazionale.
I dati relativi al 2010 sull’andamento della nati-mortalità delle imprese, forniti da Infocamere attraverso la rilevazione Movimprese, evidenziano una sostanziale tenuta del tessuto imprenditoriale provinciale. Nel corso del 2010 sono nate 2.860 nuove imprese mentre quelle che hanno cessato l’attività sono 2.835. Il saldo è dunque positivo per 25 unità, valore che porta a 47.594 lo stock delle imprese complessivamente registrate al Registro imprese della Camera di Commercio di Chieti. Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un modesto tasso di crescita (+0,05 per cento), inferiore a quanto registrato a livello regionale (+1,47 per cento) e nazionale (+1,19 per cento).
Per quanto riguarda, invece, le dinamiche settoriali, il settore agricolo è quello che nel 2010 ha segnato la più netta riduzione delle unità produttive (-588 il saldo tra iscrizioni e cessazioni,–3,7 per cento), seguito da quello commerciale (-98 unità, -1per cento) e da quello manifatturiero (-86 unità, -2 per cento).
Tra le attività dei servizi, si rileva l’andamento negativo delle attività di trasporto e magazzinaggio (-30 unità, -3,2 per cento) e di quelle finanziarie e assicurative (-21 unità, -2,9 per cento).
Di segno positivo è, invece, il risultato del settore delle costruzioni che chiude il 2010 con un saldo positivo di 11 unità, pari ad un tasso di crescita del +0,2 per cento.
La maggior parte del saldo nati-mortalità (+852 unità), inoltre, è determinata dal settore delle imprese non classificate, cioè quelle per le quali non è stata ancora dichiarata l’attività prevalente. L’andamento dell’artigianato, settore trasversale a tutti gli altri comparti e che rappresenta il 21,5 per cento del totale delle imprese, registra un calo dello 0,6% (-58 unità).
Passando all’esame della composizione del tessuto economico provinciale si rileva che i settori predominanti sono l’agricoltura, caccia e silvicoltura, che racchiude il 32,2 per cento delle imprese, il commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazioni autoveicoli e motocicli (20,7 per cento), le costruzioni (12,1 per cento) ed il manifatturiero (9,1 per cento).
Le attività legate all’alloggio e ristorazione riguardano invece il 5,3 per cento del totale delle imprese mentre le attività dei servizi, considerate complessivamente incidono per il 15,3 per cento.
La provincia di Chieti è comunque quella che contribuisce in misura maggiore all’export della regione Abruzzo, rappresentando il 65 per cento del totale.
Per quanto riguarda, invece, il mercato del lavoro, i dati Istat evidenziano che in provincia di Chieti nel 2010 gli occupati ammontano a 140 mila unità. Rispetto al 2009 lo stock degli occupati è rimasto invariato, anche se i diversi settori economici hanno mostrato dinamiche abbastanza differenziate. In crescita il comparto agricolo (+16,7 per cento) e quello dei servizi (+2,3 per cento), mentre una dinamica negativa ha interessato l’industria (-6,7 per cento). Il tasso di disoccupazione è pari al 10,1 per cento contro una media regionale dell’8,8 per cento. Preoccupanti sono, tuttavia, i dati relativi al tasso di disoccupazione femminile, 14,8% per cento, e quello sulla componente giovanile (15-24 anni) che fa registrare un tasso di disoccupazione pari al 30,2 per cento.
“Nel 2010 il sistema economico della nostra provincia ha sostanzialmente tenuto” commenta il presidente della Camera di Commercio di Chieti Silvio Di Lorenzo. Occorre creare le condizioni per mantenere la presenza delle grandi industrie operando per migliorare le infrastrutture e anche per produrre autonomamente innovazione e conoscenza da utilizzare anche in altri settori industriali. Parallelamente vanno anche valorizzate maggiormente le eccellenze che rendono unico il nostro territorio e le nostre produzioni artigianali e agroalimentari. Per questo la Camera di Commercio di Chieti ha deciso di puntare su tre grandi progetti che vanno in questa direzione: il Campus della metalmeccanica e dell’automotive in Val di Sangro, la promozione del comprensorio della Costa dei Trabocchi per rilanciare il turismo e l’enogastronomia, e il marketing urbano per ricostruire le attività del commercio e dell’artigianato nei centri storici”.