“Sapiente è colui che sa di non sapere”. Così diceva il caro Socrate.
Non sono poi così sicuro che questo principio sia applicabile anche ai giorni nostri. Da quando ho iniziato la mia attività di blogger, infatti, c’è una domanda che mi assilla: l’opinione pubblica italiana – e quella abruzzese nello specifico – che il più delle volte si dichiara contraria allo sfruttamento degli idrocarburi, conosce così a fondo il tema prima di arrivare ad esprimere posizioni così nette?
Allora ho deciso di rimboccarmi le maniche e fare una piccola ricerca. Ho buttato giù un questionario di 10 domande, dal titolo “Quanto ne sai dell’Abruzzo e del petrolio?”, e l’ho fatto girare su internet, sullo stesso blog e sui social network.
La mia intenzione era proprio quella di verificare il livello di conoscenza degli abruzzesi su queste tematiche. E, ve lo anticipo, i risultati non sono confortanti.
Per cominciare, una piccola precisazione: le mie domande sono basate su fonti al di sopra delle parti, cioè scientifiche. La maggior parte dei dati che ho utilizzato proviene, infatti, dallo studio “Idrocarburi in Abruzzo – scenario economico, occupazionale e territoriale”, il rapporto di ricerca commissionato da Confindustria Chieti al Dipartimento di Ingegneria Industriale e dell’Informazione e di Economia dell’Università di L’Aquila, consultabile cliccando qui.
Veniamo alle domande anzi, prima ancora, ai partecipanti all’indagine. Chi ha risposto? Ben 90 persone che, considerando i modesti mezzi a mia disposizione (questi sondaggi possono costare anche migliaia di euro, mentre io ho fatto tutto con la mia sola buona volontà!), non sono affatto poche.
Il campione è rappresentativo di tutte le fasce d’età: il 33% dei rispondenti ha tra i 18 e i 25 anni, il 39% tra i 26 e i 40 anni, il 27% appartiene alla fascia 41-65.
Dei rispondenti, ben il 41% ha affermato di essere residente in Abruzzo, mentre addirittura ¼ ha dichiarato di essere un attivista di movimenti a tutela della natura e del territorio. Ho quindi intercettato un bel po’ di ambientalisti abruzzesi che, considerato il rifiuto deciso, dovrebbero essere i più informati…
Probabilmente vi starete chiedendo se i 90 partecipanti avranno risposto correttamente alle domande oppure avranno commesso qualche strafalcione.
Ebbene, visto che Gocce di Verità si occupa del rapporto tra energia e tutela ecologica, il dato che più mi ha colpito è che il 72,73% del campione ignora come, negli ultimi settanta anni, non si sia mai verificato un incidente grave,con casi di inquinamento ambientale rilevante, su piattaforme petrolifere nel mare Adriatico abruzzese.
Quasi tutti sono convinti che l’Adriatico sia nero di petrolio, ma la sporcizia delle sue acque (spesso di repertorio) dipende esclusivamente dalla maladepurazione! La verità è questi incidenti da noi non si sono mai verificati. Punto.
Il tema della sicurezza ambientale si lega spesso a quello della sicurezza sul lavoro. A tal proposito, più del 60% dei partecipanti non sa che, negli ultimi 50 anni non si è registrato neanche un incidente mortale nell’industria abruzzese degli idrocarburi. Il dato è ancora più impressionante se pensiamo che in Italia muoiono ogni anno 1.300 persone durante lo svolgimento del proprio lavoro. Ciò significa che, nonostante siamo nel 2015, ci sono in media tre “morti bianche” al giorno. Mentre nel comparto energetico nessuno.
Eccovi servito qualche altro dato interessante. Una grossa fetta dei partecipanti – ben il 64,56% – non è a conoscenza che il reale flusso di investimenti di cui potrebbe beneficiare l’Abruzzo (se venissero accolte le richieste di ricerca e produzione di idrocarburi giacenti presso gli organi competenti) si aggira intorno a 1,41 miliardi di euro. Che, anche chi non mastica la matematica e i grandi numeri, concorderà che si tratta di una cifra pazzesca che potrebbe realmente rimettere in moto l’economia della Regione.
Sarà forse per uno scetticismo di fondo dovuto anche e soprattutto alla non conoscenza che molti scendono in piazza e manifestano contro le trivelle? Così facendo, dimenticano un piccolo particolare: dicono addio a quasi un miliardo e mezzo di euro! E a tanti potenziali posti di lavoro.
A questo proposito, più del 64% delle persone che hanno preso parte alla survey non sa che il numero dei dipendenti complessivi che opera nel settore degli idrocarburi abruzzese sia 5.000. Una buona fetta di quella parte fortunata della popolazione abruzzese che ancora mantiene un lavoro.
Come vedete, c’è poco da fare…le percentuali sono piuttosto chiare. La maggior parte delle persone che hanno risposto alle mie domande – le stesse che scendono in piazza per manifestare contro il petrolio? – non conosce poi molto dell’industria degli idrocarburi in Abruzzo.
Non sa che il suo reale impatto sull’ambiente è di gran lunga inferiore rispetto a quanto si pensi; non sanno che gli infortuni sono bassissimi; non sa che se venissero sbloccati tutti i progetti in attesa, una pioggia di euro cadrebbe sull’Abruzzo; non sa nemmeno che migliaia di persone già lavorano in questo settore e si potrebbero creare molti altri posti di lavoro.
Insomma, le persone che hanno partecipato hanno dimostrato che spesso si parla e si sventolano bandiere pro-ambiente senza sapere davvero come stanno realmente le cose.
Se volete fare gli ambientalisti, i no-triv, i no-tutto (e chi più ne ha più ne metta…) ne avete il diritto, ma almeno argomentate scientificamente le vostre opinioni.
Perché altrimenti rischiate di mettere in serio pericolo non solo il vostro futuro, ma anche quello dei vostri figli.
Diego Vitali blogger goccediverità.com