A più di un anno dalla scomparsa del grande Sinisa Mihajlovic, arriva una tremenda confessione: ecco cosa lo deluse.
Dalla morte di Sinisa Mihajlovic ormai è passato oltre un anno, ma il dolore è ancora forte e vivo nella memoria di chi lo ha amato. Soprattutto nella memoria e nel cuore dei suoi figli e di sua moglie, Arianna. Ancora oggi la signora Mihajlovic, per quanto provi a farsi forza e ad andare avanti, non riesce a non tornare su quanto successo, e in una recente intervista ha confessato la propria amarezza per quella che fu l’ultima grande delusione nella vita di Sinisa, a poche settimane dalla sua scomparsa.
In una carriera lunga oltre trent’anni, sia come calciatore che come allenatore di grande talento, Mihajlovic ha vestito tante maglie differenti e si è seduto su molte panchine di prestigio. A due società e a due città è però rimasto maggiormente legato, per motivi diversi: la sua Lazio e il Bologna.
Due club speciali che ancora oggi rivestono un ruolo importante nella vita di Arianna e della famiglia Mihajlovic, e che più volte hanno dimostrato di non aver mai dimenticato quello che per loro è stato, con ruoli differenti, un leader, un condottiero, un simbolo di lotta e di coraggio. Eppure, fu proprio uno dei due club del suo cuore a regalare a Sinisa l’ultima grande delusione della sua vita. Quella da cui, purtroppo, non riuscì più a riprendersi.
L’ultima delusione di Sinisa Mihajlovic: la confessione della moglie è commovente
Se c’è una cosa che la signora Mihajlovic non potrà mai rimproverare né alla Lazio e ai suoi tifosi, né al Bologna, il suo club, l’intera città, è la vicinanza. Da entrambi gli ambienti ha avuto in questi mesi, ma anche negli ultimi mesi di vita di Sinisa, il massimo del sostegno.
Eppure, al di là di ogni sentimento, al di là di tutto l’affetto che tutti provavano per l’allora allenatore serbo, fu proprio la proprietà del Bologna a regalare al Sinisa l’ultimo grande dolore della sua vita.
“Sinisa non si aspettava l’esonero, ci rimase malissimo“, ha confessato la signora Arianna ai microfoni de Il Messaggero, aggiungendo: “Aveva una voglia di lottare unica, per questo motivo voleva continuare, senza arrendersi“. La scelta di Saputo e della dirigenza felsinea fu però un’altra, e a posteriori non si può dire che si sia rivelata errata, visto l’impatto che fin da subito Thiago Motta riuscì ad avere.
Nonostante il colpo durissimo da digerire, il Bologna non ha però mai dimenticato Sinisa e la sua famiglia, come sottolineato dalla stessa Arianna: “Hanno onorato lo stipendio di mio marito fino al termine del contratto, ed è stato un gesto importantissimo per me, in un momento di grande difficoltà e insicurezza“. Anche per questo motivo tra la famiglia Mihajlovic e il Bologna non c’è mai stato rancore, al massimo un naturale rammarico per l’interruzione di un rapporto lavorativo che per Sinisa valeva molto di più del solo stipendio.