Montesilvano. “Ormai mi sento di casa qui, non solo perchè sono abruzzese, ma anche perchè è la terza volta che partecipo a questa iniziativa e per questo ringrazio il presidente Ortolano. Ogni volta che sento il nome di Zeman per me è un momento di grande gioia. I suoi valori sono basilari per qualsiasi attività soprattutto per lo sport ed in modo particolare per il fair play”.
E’ quello che ha detto il giornalista di Rai Sport, Carlo Paris, al 9° incontro “Fair Play” nel quale c’è stato un confronto al termine del girone di andata tra i protagonisti del calcio dilettantistico di Eccellenza e Promozione abruzzese, al quale ha svolto il compito di moderatore. All’incontro, tenuto presso il “Serena Majestic Hotel” di Montesilvano, hanno preso parte i presidenti, gli allenatori, i capitani ed i direttori di gara dei campionati di Eccellenza e Promozione. Hanno preso la parola: Gabriele Gravina (consigliere federale FIGC), Daniele Ortolano (presidente FIGC Abruzzo), Pasquale Rodomonti (presidente AIA Abruzzo), Antonello Carbonara (presidente Commissione Disciplinare Regionale), Zdenek Zeman (allenatore Pescara Calcio al quale è stato consegnato un riconoscimento) e altri.
“Vogliamo cercare di dare un servizio migliore – ha detto Pasquale Rodomonti – considerando che siamo dilettanti, questo è un lavoro che facciamo per passione, ma cerchiamo di ridurre il più possibile gli errori e di essere più professionali, anche se non siamo professionisti. Ogni mese, mese e mezzo analizziamo i nostri errori, lo facciamo anche attraverso il materiale didattico. L’episodio è casuale, la prestazione è una cosa diversa. L’arbitro spesso sbaglia perchè spesso prende una decisione su una cosa che non ha visto. L’errore dell’arbitro deve essere giustificato”.
“Ho il vantaggio di essere stato dall’altra parte – ha aggiunto Daniele Ortolano – e di avere guidato una società dalla Terza Categoria all’Interregionale, questa è una cosa che fa capire il calcio dilettantistico. Penso che oggi in Eccellenza ci sono persone di grossa valenza professionale. Nel dilettantismo si vive di passione. Certi valori devono continuare ad esistere, altrimenti finirebbe lo sport. Vogliamo invogliare le società affinchè i settori giovanili esistano. Non può esistere una società di serie D o di Eccellenza senza un buon settore giovanile, questa è l’essenza del gioco del calcio. Penso che l’amicizia debba legare questo mondo perchè è accomunato dal volontariato. Dobbiamo cercare di non inquinare più questo mondo e partire dai settori giovanili e dalle scuole. Siamo un esercito che vuole continuare a fare un calcio pulito”.
“Gli italiani sono molto passionali, fantasiosi – ha concluso Zdenek Zeman – e seguono poche regole, questo lo si trasporta anche nel calcio, oggi il calcio ha perso tanta credibilità. Lo sport è una scuola di vita e quello che si impara serve anche per vivere fuori dallo sport, questo non lo si vuole capire. Penso che si debba partire dai giovani soprattutto nelle categorie minori. Oggi il calcio a certi livelli purtroppo è diventato un business, quindi a certi giocatori che costano tanto gli sono permesse tante cose, anche di non rispettare certe regole. Io cerco di lavorare per far divertire, questa cosa non sempre riesce. La mia soddisfazione più grande non è quella di vincere la partita, ma è quella di sentire applaudire il pubblico anche quando si perde”.
Francesco Rapino