Teramo. Tanti tifosi del Teramo si stanno chiedendo cosa dirà domani Luciano Campitelli nella conferenza convocata per le ore 15 all’hotel Sporting.
Persone a lui vicine raccontano di un presidente sconfortato dopo l’accoglimento dell’istanza cautelare del Forlì, che chiede la retrocessione in serie D di Teramo e Savona e che ha ottenuto due giorni fa dal Collegio di Garanzia di congelare le gare delle squadre in oggetto fino al 23 settembre.
Tra l’altro, il Teramo avrà ancora sette giorni di tempo per completare la squadra. Ed è chiaro che l’accoglimento dell’istanza (che di logica vuol dire che il Coni valuterà ammissibile il ricorso e ne fisserà l’udienza) non aiuta le operazioni della società.
Campitelli starebbe pensando di lasciare, come tra l’altro chiesto dal gruppo ultras Teramo Zezza, che si è espresso al proposito qualche giorno fa su Facebook. «L’idea che ci siamo fatti – dicono – è che Di Giuseppe c’entra con tutte le scarpe e Campitelli, con tutta una serie di goffaggini in sede processuale, non ha fatto altro che confermare che qualcosa c’entri pure lui. Il Teramo ha pagato, giustamente, ma è stato l’unico sacrificato al cospetto di una serie B che ha pianificato con un occhio al portafoglio chi processare. La colpa – proseguono – è solo di Di Giuseppe e Campitelli, per cui vogliamo che il primo non si avvicini più a Teramo, e il secondo che venda la società ad una persona seria. Garantiamo il nostro sostegno alla squadra come abbiamo sempre fatto, ma è ovvio che il rapporto con il presidente è irrimediabilmente lacerato».
C’è da dire che i gruppi ultras hanno comunque atteso l’esito dei processi sportivi prima di esprimersi su quanto accaduto ed hanno atteso in silenzio, senza schierarsi né a favore né contro.
Nella nota diffusa ieri dalla società per convocare la conferenza stampa, c’è un eloquente “la dirigenza medita sull’imminente futuro”.
Sempre domani, il Teramo inoltrerà il proprio ricorso al Collegio di Garanzia del Coni, chiedendo di bloccare le gare dell’Ascoli.