Ortona. A seguire la carovana della 48ª edizione della Tirreno-Adriatico, la corsa dei due mari, quest’anno per la prima volta anche la Lega del Filo d’Oro, l’associazione che da quasi cinquant’anni in tutta Italia è impegnata nell’assistenza, educazione, riabilitazione e reinserimento nella famiglia e nella società di bambini, giovani e adulti sordociechi e pluriminorati psicosensoriali.
“Il filo prezioso che unisce chi non vede e non sente al mondo esterno”: è questo lo slogan che un doblò della Onlus porterà in giro per oltre 1.060 km e fino al 12 marzo al seguito dei ciclisti, mentre i volontari saranno presenti alle partenze, agli arrivi e durante le tappe per distribuire gadget, opuscoli informativi e illustrare le iniziative solidali. Si conferma anche per questa edizione il progetto “BiciScuola”, attraverso il quale i volontari della Lega del Filo d’Oro porteranno domani mattina la loro testimonianza nei Circoli didattici 1 e 2 di Ortona con l’obiettivo di avvicinare, attraverso l’utilizzo di giochi, i bambini alla realtà di chi non vede e non sente.
“Il progetto BiciScuola – ha ribadito Rossano Bartoli, segretario generale della Lega del Filo d’Oro –permette ai bambini delle scuole elementari di conoscere una realtà molto lontana dalla loro. Attraverso le simulazioni e i giochi viene posto l’accento su quelle che sono le risorse e le capacità di un bambino sordocieco, su ciò che egli è in grado di fare e su quanto a livello umano possiamo imparare da lui”.
Nelle classi coinvolte, infatti, agli alunni verrà proposto di giocare con la “Casetta del tatto”, una scatola che contiene degli oggetti da riconoscere con il tatto, oppure di identificare i propri compagni ad occhi chiusi, solo con l’aiuto delle mani. Al termine di ogni incontro ai bambini verrà rilasciato un segnalibro sensoriale e alla maestra il gioco “Sensibilandia”, utile a far riscoprire l’importanza dei sensi, auspicandone l’utilizzo nel corso dell’anno scolastico.
“L’attività del gioco è importante per i bambini sordociechi così come lo è per gli altri bambini – ha sottolineato Emanuela Storani, tecnico di riabilitazione per l’orientamento e la mobilità della Lega del Filo d’Oro – nel nostro caso, però, il gioco diventa una cosa seria e non perché non si ride, ma perché dobbiamo essere in grado di saper coinvolgere tutti gli attori presenti, sia essi grandi che piccoli. E’ attraverso il gioco che il bambino è predisposto alla collaborazione, all’ascolto e alla comunicazione”.
Con oltre 500 dipendenti, tra operatori specializzati, personale sanitario, psicologi, assistenti sociali, e 450 volontari, la Lega del Filo d’Oro eroga i propri servizi nelle sedi di Osimo, Lesmo, Modena, Roma, Napoli, Molfetta e Termini Imerese. E’ attualmente l’unico punto di riferimento per le problematiche della sordocecità e il principale referente delle istanze nei confronti degli enti pubblici di chi manifesta questo tipo di disabilità.