Finalmente Pescara: Frosinone battuto e Adriatico riconquistato

Pescara (4-4-2): Aresti, Grillo, Pucino, Salamon, Pesoli, Zampano, Appelt Pires, Zuparic, Politano (79’ Sowe), Melchiorri (89’ Pogba), Maniero (80’ Pasquato). In panchina: Aldegani, Bunoza, Cosic, Da Silva, Torreira. Allenatore: Roberto Baroni

Frosinone (4-4-2): Pigliacelli, Schiavi (55’ Russo), Zanon, Blanchard, Ciofani, Gessa, Gori, Gucher (72’ Musacci) , Paganini, Ciofani, Curiale. In panchina: Zappino, Bertoncini, Crivello, Frara, Carlini, Musacci, Altobelli, Dionisi. Allenatore: Roberto Stellone

Reti: 50’ Melchiorri, 64’ Maniero (rig), 86’ Pasquato

Arbitro: Fabio Maresca di Napoli (Segna-Gori)

Espulso: Pesoli

Ammoniti: Schiavi, Maniero, Appelt, Russo, Pesoli

E’ quello degli ex il Frosinone che si presenta all’Adriatico: Stellone schiera Pigliacelli, Zanon, Gessa e Schiavo. Ma è anche quello che fino a due giorni fa capeggiava la cadetteria. Un brutto ospite per la compagine di Baroni che, dopo la vittoria di Brescia, cerca di riconquistare l’Adriatico. Compito reso più arduo da un centrocampo dimezzato dalle convocazioni in nazionale di Bjarnason e Memushaj, così il tecnico toscano avanza in mediana Zuparic e, finalmente, dà fiducia a Maniero per comandare un attacco ridotto a due insieme a Melchiorri.

Il “bomber” biancazzurro ripaga la fiducia e dopo soli otto minuti butta già la palla dentro: è Melchiorri a cavalcare sul corridoio centrale a lanciarlo verso la porta, Maniero arriva a gonfiare la rete ma riceve l’ammonizione per non aver rispettato l’intempestiva segnalazione di offside. Non si fa scoraggiare e al 18’ è nuovamente vicino al vantaggio: sugli sviluppi di un calcio dalla bandierina, Salamon gliela scodella in area piccola, lui ci mette un po’ a coordinare il destro, Pigliacelli riesce a coprire l’angolino e la conclusione sfila sul fondo lambendo il palo di un pelo. Funziona il rivisitato 4-4-2 di Baroni, anche Melchiorri riesce a esprimersi in scioltezza: al 22’ viene lanciato sulla destra, si porta fino alla linea di fondo ma rinuncia al duello con Pigliacelli perché vede sopraggiungere Maniero, la scarica bene ma interviene Gori ad intercettare e, alla fine, una carambola tra i due impedisce la degna conclusione di un’azione ben confezionata dal Pescara. Partecipa alla buona fase offensiva anche Politano, lanciato a sua volta sul settore di destra dell’area ospite, più coraggioso di Melchiorri nell’affrontare e superare i difensori a suon di finte ma quando arriva al tiro i laziali sono già riuscito a chiudere il muro. E’ dietro, come già visto troppo spesso, che il Delfino fatica, in particolare a blindare le fasce dove il Frosinone spinge a tavoletta. Il primo rischio per Aresti arriva al 26’: Ciofani fa sentire la potenza del suo destro, la difesa devia la traiettoria ben indirizzata. Un minuto dopo è show frusinate: Gessa si spinge fino alla linea bianca senza trovare freno, al bacio il suo cross nel cuore dell’are dove Paganini rovescia in eleganza ma, da due passi, la manda di poco alta sopra la traversa. Per riprendersi quanto meno la vittoria ai punti della prima frazione, il Pescara torna ad attaccare in grande spolvero: la più chiara occasione da rete biancazzurra arriva al 36’, quando Salamon sfonda la mischia saltando in terzo tempo colpendola con la giusta potenza, Pigliacelli, però, apre una fase miracolosa deviandola sulla traversa.

Se la prima frazione si chiude con i padroni di casa padroni anche del match, la seconda si apre allo stesso modo ma con un Maniero in versione turbo-diavolo. Dopo soli 2 minuti, Zanon deve chiudere sul fondo la prima conclusione della ripresa del giovane capitano pescarese. Una carica soprattutto di entusiasmo per i ragazzi di Baroni: ne fa il pieno anche Melchiorri che, al 5’st, fa il suo ingresso per vie centrali in area sopite, si libera sontuoso della marcatura di Blanchard e con un sinistro chirurgico batte Pigliacelli. 1-0. Il vantaggio mette ancora più benzina nel motore di Maniero: al 10’st rientra dalla destra sulla linea dell’area di rigore e scarica il destro ma Pigliacelli, ancora una volta, riesce a rintuzzare senza bloccare. Ancor più grande il miracolo che compie 30 secondi dopo: stavolta Maniero irrompe in dribbling dalla sinistra e cerca il tiro a giro ma l’ex portiere biancazzurro allunga la gamba mancina e devia l’imprendibile. Pescara in pieno dominio, imperniata su un Maniero incontenibile: per bloccarlo, Zanon lo abbraccia in salto proprio sul limite dell’area piccola e il rigore assegnato da Maresca al 19’st è sacrosanto. Sul dischetto, come da copione, va proprio Maniero che la spedisce all’angolino in basso a destra. 2-0. Momento di furore per i biancazzurri, che dopo il raddoppio vanno ancora alla conclusione pericolosa con Zampano, ma Pigliacelli continua a giocarsi la palma del migliore in campo e blocca la sassata ravvicinata. Il Pescara vola sulle ali dell’entusiasmo: fulminea l’azione del 21’ st manovrata da Zampano sulla sinistra e chiusa dallo scambio tra Grillo e Maniero che conclude ancora una volta a rete ma ancora una volta trova la segnalazione di fuorigioco che gli nega la gioia su azione. I frusinati non danno l’impressione di poter far male al più bel Pescara della stagione: Baroni ordina di serrare i ranghi e lascia sfogare gli avversari senza far scomporre le proprie linee nel finale. E’ un ovazione quella che accoglie Maniero mentre esce, all’80’ e lascia spazio a Pasquato: una gioia per l’Adriatico che si replica proprio grazie al neo-entrato che, a 4 minuti dal 90’, marca la terza rete. A supportarlo è Sowe, entrato anche lui negli ultimi minuti: il colored fiacca la difesa con finte e controfinte, Pasquato legge bene l’invito ad inserirsi e trasforma in goal il suggerimento preciso. 3-0. A rovinare la festa è solo l’espulsione di Pesoli, ammonito per la seconda volta per fallo tattico proprio a un piede fuori dall’area di rigore, ma il calcio di punizione viene sprecato malamente dagli ospiti.

Alla fine è un trionfo: più che aver battuto la seconda della categoria ed essere salita a 16 punti in classifica, la squadra di Baroni è riuscita a riconquistare, con una prestazione maiuscola, i cuori di una tifoseria in pesante contestazione da settimane. Al triplice fischio l’Adriatico è una festa biancazzurra: è un Adriatico riconquistato.

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