Pescara (5-3-2): Pelizzoli; Balzano, Zauri, Cosic, Capuano, Bocchetti; Rizzo, Cascione (86’ Sculli), Bjarnason; Abbruscato (60’ Caprari), Celik (70’ Caraglio). In panchina: Perin, Arce, Modesto, Vukusic, D’agostino. Allenatore: Bergodi.
Reti: 28’ Radu, 34’ Lulic
Arbitro: Andrea Romeo di Verona (Barbirati-Meli/De Pinto/Nasca-Pairetto).
Buon viso a cattivo gioco. Forzata la scelta tattica di Bergodi, che torna da ex in casa della Lazio con mezza squadra indisponibile. D’Agostino a mezzo servizio, Blasi fuori del tutto, Weiss squalificato, il tecnico del Pescara alza il fortino con Zauri, Bocchetti, Capuano, Cosic e Balzano. In avanti c’è anche Celik, ma è praticamente solo Abbruscato l’autorizzato a mettere piede in area di Marchetti.
Ciò significa lasciar palla alla squadra di Petkovic, che per buona mezzora riescono a palleggiare e nient’altro. Solo una rovesciata di Floccari, al 13’, fa spaventare gli adriatici: ma è più bella che pericolosa. Se davanti a Pellizzoli, preferito oggi a Perin, c’è traffico, alla Lazio non rimane altro che tirare da fuori. E di nuovo, al cattivo gioco si contrappone il buon viso, quello di Radu. Fa tutto Lulic al 28’: la Lazio manovra in fraseggio per scardinare la diga biancazzurra attorno e attira la difesa in blocco sul fianco destro, il cross sventagliato di Gonzalez trova Lulic da solo sul fianco mancino con tutto il tempo per metterla giù e poi indietro per il rimorchio di Radu. Impossibile per il portiere del Pescara bloccare il terra-area del rumeno diretto sotto l’incrocio. 1-0. Lo svantaggio costringe Bergodi a rinunciare all’arrocco e cercare il pareggio, ma con i tentativi blandi come quello che Cascione sparacchia largo sul fondo ci si fa poco. Anzi, si fa solo il gioco dei biancocelesti, che al 34’ trovano il raddoppio proprio grazie al maggior spazio concesso: trottata centrale e indisturbata di Lulic, dopo aver recuperato palla sulla mediana, sale in possesso fino alla lunetta e fa il verso a Radu. Bomba che scheggia la traversa e gonfia la rete per il 2-0. Il finale della prima frazione è velluto per i laziali, che guadagnano sempre più campo e dominio tra gli sbandati giocatori biancazzurri.
Calma olimpica per la Lazio nella ripresa: ci impiega ben 18 minuti ad impostare un’azione degna di nota, un lancio chilometrico per Floccari che la difesa abruzzese riesce clamorosamente a tenere in gioco, l’attaccante laziale ha tutta l’area sgombra per poter ragionare e piazzarla, ma perde il tempo sul primo controllo e conclude nervoso sul petto di Pellizzoli. Caprari e Caraglio provano a dare vita nell’obitorio offensivo, sostituendo Abbruscato e Celik ma, seppur la pressione sui Laziali sia cresciuta nel secondo tempo, Marchetti non ha mai nulla da temere. Non così per Pellizzoli, che al 75’ si vede Floccari cavalcargli contro palla al piede, ben imbeccato dalla verticalizzazione di Onazi: decisivo il recupero di Bocchetti che toglie al laziale il tocco finale dopo aver saltato tutta la difesa in dribbling. Docce aperte anzitempo negli spogliatoi dell’Olimpico: partita chiusa già nel primo tempo, totalmente assente la reazione pescarese.
Sabbie mobili sul fondo della classifica per il club del Delfino: saltare il fosso della zona retrocessione diventa sempre più utopia. Prossimo avversario l’Udinese: Guidolin e Di Natale si fregano già le mani.