Cagliari: Avramov, Perico, Rossettini (80’ Camilleri), Del Fabro, Murru, Dessena, Ekdal (65’ Piredda), Eriksson, Ceppelini, Thiago Ribeiro (70’ Pinilla), Ibarbo. In panchina: Agazzi, Camilleri, Russu, Conti, Chelo. Alleanatore: Ivo Pulga.
Pescara: Pelizzoli, Crescenzi (60’ Zanon), Capuano, Cosic (46’ Weiss), Bocchetti, Balzano, Cascione (74’ Bjarnason), Brugman, Nielsen, Caprari, Jonathas. In panchina: Perin, Soddimo, Berardocco, Vukusic, Romagnoli, Berardocco. Allenatore: Cristiano Bergodi.
Arbitro: Leonardo Baracani di Firenze (Posado-Paiusco)
Reti 6’, 20’ e 60’ Thiago Ribeiro, 32’ Cascione (rig), 76’ Pinilla, 78’ Weiss
Ammoniti: Brugman, Avramov, Balzano, Caprari, Piredda
Eliminazione secca al sedicesimo di Coppa Italia: in palio il passaggio al quinto turno per Pescara e Cagliari. Alla quinta giornata di serie A il Delfino di Stroppa aveva battuto per 2-1 i sardi all’epoca allenati dall’esonerato Ficcadenti. Nuova veste anche per il Pescara, che si ripresenta all’Is Arenas con Bergodi al comando. Formazioni ‘punto due’ per entrambe le squadre: la salvezza costa fatica quanto stare in vetta.
Il primo atto della partita è interpretato da Crescenzi, che sparacchia un diagonale dal limite già al primo minuto: solo il fondo. Ben più preciso Ibarbo, spina nel fianco già in campionato, servito al 6’da????, controllo a seguire e ingresso in area dopo il duello fisico vinto con Capuano, palla al centro per il rimorchio di Thiago Ribeiro e tap-in senza scampo per Pelizzoli. 1-0. Replica immediata di Jonathas, che salta in area sul cross di Cascione: Avramov, in due tempi, controlla l’incornata ravvicinata del brasiliano. Bergodi schiera Caprari dall’inizio, insieme a Jonathas, e il giovane romano si fa vedere attivo al 17’, quando Balzano lo chiama in causa in due occasioni ravvicinate: tocca sudare ai difensori isolani per arginare la sua rapidità. Il Cagliari lascia giocare i biancazzurri, che al 19’ vanno ancora a concludere con Jonathas. Quantità per il Pescara, qualità e cinismo per la squadra di Pulga, che aspetta la ripartenza giusta e la capitalizza con la seconda rete: palla persa sulla trequarti-Pescara al 20’, Ibarbo rimonta sulla destra e poi cerca la profondità per Thiago Ribeiro, il filtrante al limite dell’area taglia in due la difesa abruzzese, il brasiliano brucia tutti e la mette sotto le braccia di Pelizzoli. Palese la scelta tattica del tecnico cagliaritano, che al 25’ inscena, ancora, il contropiede spettacolo made in Colombia: coast to coast di Ibarbo che parte dalla respinta di Avramov e lungo tutta la fascia mancina corre fino all’area di Pellizzoli, non prima di aver lasciato sul posto Crescenzi e Balzano, quindi il raso terra indirizzato al palo lontano, ma il portiere pescarese ci mette le mani. Lasciato giocare, il Delfino gioca e pure benino: Cascione fa la punta aggiunta (infastidendo Jonathas), Brugman si dà da fare e trova il 2-1. Lanciato sul fondo al 32’, scatta sul filo della difesa che rimane alta, Avramov si avventa sulla palla ma gli falcia i piedi e Baracani assegna il rigore: Cascione trasforma e accorcia. Quasi peggio di una zemaniana, la squadra di Bergodi sfascia in difesa tutto quanto di buono fa in avanti. Il tempo di battere da centrocampo e il Cagliari è ancora pericoloso, con una triangolazione sul fianco destro dell’area finalizzata dal rasoterra di Dessena: fuori di un soffio. Stessa misura sbagliata da Cosic al 35’: frustata in diagonale dalla distanza che lambisce il palo lontano mentre Avramov, in tuffo, la vede sfilare ringraziando la sorte. Cambia pelle Pulga, e incrementa il fraseggio. Perno della manovra sempre Ibarbo, che al 43’ sfonda nuovamente la diga difensiva e serve dentro per Ekdal: provvidenziale il salvataggio di Cosic sulla linea di porta. L’ultima scena del primo tempo se la prende Caprari: ennesima conclusione fuori bersaglio che chiude una frazione dal ritmo incessante.
Bergodi torna in campo dopo l’intervallo con Weiss al posto di Cosic: il cambio tattico in corso è sempre più abitudine del mister di Bracciano. Rinforzato, quindi, il reparto avanzato biancazzurro, mentre quello arretrato continua a fare acqua trivellato da Ibarbo: mezzo minuto della ripresa e il colombiano non guadagna in calcio di rigore solo perché rimane in piedi sulla trattenuta del disperato Crescenzi. Incontenibile anche come uomo-assist, Ibarbo, che al 6’st arma il destro a giro di Ceppelini: largo di poco il tentativo dal limite del cileno. Il colored cagliaritano è il protagonista indiscusso del match: la fascia destra è ridotta a brandelli da Ibarbo, che al 14’ st vola palla al piede fino al primo palo, ma lì è più veloce anche del pallone, che gli scappa sul fondo. Si fa perdonare un minuto dopo, innescando Perico verso il vertice dell’area, da lui il traversone sul fronte opposto, dove Thiago Ribeiro sfugge a Zanon (appena entrato per Crescenzi) e fa la tripletta con lo stesso tocco delle reti precedenti. Il poker, sul piatto pochi istanti dopo, è scippato a Dessena solo dalla schiena di Balzano, beccato in pieno dall’ennesima conclusione dei rossoblu. Piove a dirotto sulla porta pescarese: l’unico ombrello è Weiss, che al 25’st apre e chiude il triangolo con Jonathas, ma mette malamente in mano ad Avramov il rigore in movimento. Uscito Thiago Ribeiro, è il sostituto Pinilla a fare il quarto goal del Cagliari: colpo di testa al 32’st sul traversone dalla destra di Ceppelini. Mollate un po’ le redini, i sardi si fanno infilare dalla serpentina di Weiss su un appoggio sbagliato di Eriksonn al 33’st: dribbling secco dello slovacco su Rossettini e Murri e piatto angolato a sinistra di Avramov dal limite piccolo, 4-2. Ibarbo accumula un’altra manciata di occasioni, ma il più vicino alla settima rete della partita va Jonathas, che a 3 minuti dal termine stacca di testa sul servizio alto di Bjarnason (entrato per Cascione) e la schiaccia alla perfezione, Avramov ha i riflessi migliori e riesce a bloccarla proprio sulla striscia bianca. Quattro i minuti di recupero, troppo pochi per ribaltare il proscenio.
Cagliari agli ottavi, Pescara fuori dalla Coppa Italia dopo una partita giocata con una squadra ben poco valutabile. Una distrazione in meno per il Delfino a caccia di una baia per la salvezza.
Daniele Galli