Il Pescara presenta Stroppa: ‘Dimentichiamoci Zeman’-VIDEO

stropppa_SPescara. Giovanni Stroppa guarda avanti: “Bisogna scordarsi al più presto Zeman”. Le prime parole del neo allenatore biancazzurro mostrano la determinazione del giovane allievo del boemo, che ringrazia il maestro per il solco tracciato ma afferma subito la propria identità. Presentato oggi a stampa e tifosi il nuovo mister del Pescara. Educazione, rispetto e cultura del lavoro sono i cardini dello Stroppa-pensiero: il Delfino in serie A con Verratti cuore pulsante.

Quella che raccoglie Giovanni Stroppa è un’eredità pesantissima, quella di Zeman, suo maestro sui campi di Foggia e Avellino. Ma il nuovo tecnico biancazzurro risponde con tutta la determinazione che intende dare al suo esordio su una panchina di serie A: “Zeman era e rimane un maestro, l’ha dimostrato per come ha stravinto il campionato e continuare il suo lavoro è un vantaggio”, risponde alla prima domanda postagli questa mattina durante la conferenza stampa di presentazione, davanti a 200 tifosi, “ma bisogna dimenticarsi al più presto Zeman. Lui e inimitabile e non farò il suo gioco: cercherò di dare la mia identità, cultura e mentalità del lavoro per portare un gioco organizzato e piacevole, come questa piazza merita”, precisa senza timore.

Ma sono anche altri gli importanti maestri che Stroppa ha avuto sul campo: “Sacchi e Capello hanno dato una svolta al calcio italiano e internazionale, da tutti ho preso qualcosa: se riuscissi a portare in campo un po’ di quello che ho preso da loro sarei un fenomeno: ma il mio modo di organizzare la squadra deve fare la differenza per far giocare meglio la squadra”.

Da giocatore era un numero 10, dalle caratteristiche offensive, proprio come il Pescara: i biancazzurri in serie A si fonderanno con le caratteristiche del Giovannino fantasista? “Proveremo a fare il gioco, è fondamentale tenere il pallino in mano, ma sappiamo che avversari andremo ad affrontare: faremo una fase difensiva ben organizzata per cercare di far male in qualsiasi momento” Con quale modulo tattico, si proseguirà il 4-3-3 zemaniano? “L’allentore della Juventus ha dimostrato com’è fondamentale essere duttili e non fissarsi su uno schema”, dice il poco integralista Stroppa, con il Sud-Tirol abituato al 4-2-3-1, “sono elastico, mi adatto, ma solo spostando il centrocampista centrale più avanti, senza cambiare l’interpretazione e lo sviluppo della gara, fondamentale è il possesso della palla”. Questa la tattica, ma non si parla di future formazioni, né di rose da completare o dei petali che si potrebbero perdere: “Chiedetemelo tra qualche giorno”, spiega con la chiarezza di chi non vuole tergiversare per dribblare la domanda.

Altrettanto cristallino, Stroppa rimanda con umiltà al mittente ogni curiosità: “Non mi interessa essere stato la seconda, terza, quarta o quinta scelta: l’importante è che sono qua. Ho avuto possibilità di andare in serie B da prima scelta, invece sono qua da ultimo ma per fare con il Pescara una stagione da protagonista”. Si candida ad essere anche il primo tifoso: “Per me era fantacalcio allenare il Pescara: ero affascinato guardando in tv il gioco fantastico di questa squadra, ha vinto con un calcio che è per pochi. Ora sono fiero che la società abbia scelto me”. Una scelta fatta dopo una lunga riflessione sul mercato degli allenatori, ma concretizzata non appena gli occhi di Stroppa si sono incrociati con quelli del presidente Sebastiani: “Sono entrato negli uffici del presidente l’altro ieri,e con il direttore sportivo Delli Carri hanno parlato venti minuti prima che parlassi io”, racconta il tecnico, “hanno anticipato tutto quello che avrei chiesto: era difficile potessi dire di no”.

Educazione, rispetto e cultura del lavoro sono i cardini dello Stroppa-pensiero. Se incerto rimane come saprà esprimersi sul campo, indubbiamente umile e senza presunzione è l’impressione umana che traspare da lui: “Giudicatemi tra qualche tempo sul campo, chiedete di me ai giocatori: ciò che è certo”, sottolinea uno che ha vinto Supercoppe europee e Coppe intercontinentali, ma che ha anche allenato in Primavera e serie C, “è che non stravolgo me stesso a seconda della categoria. Tre anni fa ero con le giovanili, il treno per la A è passato in anticipo è l’ho preso al volo: è una categoria a parte, ci sarà da soffrire e servirà il massimo impegno per giocare il nostro calcio, ma il mio modo di lavorare e le mie aspettative restano uguali. Poi, i risultati parleranno per me”.

Stroppa non smentirà se stesso, ma dovrà fare i conti con un caposaldo inamovibile: quel Marco Verratti che Sebastiani ha detto di voler mettere al centro del nuovo progetto di qualsiasi allenatore: “E’ un fuoriclasse”, anche per Stroppa, “dalla sua parte ha l’età ma ha già fatto cose che pochi hanno fatto vedere”. La scintilla di partenza tattica, quindi, sarà il 4-3-3 con il ‘gufetto’ di Manoppello a battere da cuore pulsante. E dei gioielli biancazzurri, Stroppa conosce bene Simone Romagnoli, tra le fila del Milan quando era il mister della Primavera e dopo il gran campionato fatto se ne desidera il ritorno in casa rossonera, che ne detiene la proprietà: “Simone è un ragazzo fantastico, in tre anni è passato dal Foggia in C al Pescara in A, bisogna fargli i complimenti per quello che ha fatto”. Si sbilancia su due nomi di punta, ma mantiene una compostezza egualitaria nei confronti di tutta la squadra: “Ci provate ma non ci riuscite”, replica Stroppa a chi lo incalza, “bisogna elogiare questa squadra in toto, le qualità di ogni singolo hanno esaltato la qualità di questa grande protagonista della passata stagione”. “Giovane e di belle speranze”, lo ha definito il patron Sebastiani, “una scelta coraggiosa ma ben ponderata, perché ha fatto bene con il Milan e benissimo nella passata stagione con il Sud-Tirol: era quello che conoscevamo di più perché ne seguivamo alcuni giocatori, ma è una primissima scelta tra i quattro che avevamo vagliato. Erano tutti all’altezza di fare bene con il Pescara e sono sicuro che Giovanni farà benissimo”

 

Coraggiosa, forse una fortunata coincidenza quella che ha fatto intrecciare i destini di Stroppa e del Pescara. Il ds Delli Carri, da mesi osservatore della squadra altoatesina che con Giovannino ha chiuso il campionato di Prima divisione al settimo posto, lottando fino all’ultimo per i play-off, lo aveva notato inseguendo Marco Martin, difensore portato a Pescara a gennaio; e ora, con Stroppa, potrebbero arrivare in riva all’Adriatico anche l’attaccante Fischnaller e il portiere dell’Under 20 Iacobucci, peraltro pescarese. Più che all’esterno (si parla degli arrivi di Zigoni, El Kaddouri e Gabbiadini), il neo-mister pensa a “collocare al meglio i giocatori gia a disposizione, senza stravolgere troppo, e lavorare su queste basi con Delli Carri”. La continuità si chiama Marco Verratti. Per Stroppa “può fare tutto, giocare anche in un altro ruolo, ma si parte da lui”. 

“Sono qua, è bellissimo e non mi importa del passato” rimarca Stroppa, conscio che la sua carriera non è paragonabile a colleghi già navigati per la massima serie, “le mie squadre, vinto o perso, hanno sempre giocato bene, quello che conta è il presente e il futuro”, aggiunge a testa alta. “Calcio propositivo, altrimenti non si va da nessuna parte”: per questo credo Stroppa prenderà 250mila euro netti per questa stagione, con la riconferma in caso di salvezza. Se il suo predecessore era chiamato maestro, lui potrebbe essere ribattezzato direttore d’orchestra: “Bisogna dare uno spartito ai giocatori, con più opzioni possibili di giocata”, spiega gettando i primi appunti tattici, “senza dimenticare l’attenzione difensiva”. L’entusiasmo e l’accoglienza della piazza, tra le più alla ribalta negli ultimi tempo, arma in più per il nuovo nocchiero, che dice di aspettarsi tanto calore: “Carica, è un entusiasmo represso da vent’anni, è una bella soddisfazione vedere che il mio nome è piaciuto a molti tifosi: spero di ricambiare”. Felice, e glielo si legge in faccia, di venire in “una città eccezionale”, dove Stroppa troverà l’ospitalità di vecchi amici, mister Stroppa scalpita per mettersi al lavoro:  “Avrei cominciato ieri, appena uscito dall’ufficio del presidente, avrei chiamato la squadra per entrare subito in campo e cominciare a fare sul serio”. Lo farà ben presto, insieme al suo fedele ‘secondo’ dai tempi del Milan i 3 collaboratori che lo hanno seguito dal Sud-Tirol: Francesco Siccà, Andrea Guerra, Andrea Tonelli e Max Marini.

 

 

Daniele Galli


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