Pescara (4-3-2-1): Fiorillo; Zampano, Campagnaro, Coda, Biraghi; Bruno (67’ Bahebeck), Muntari (57’ Benali), Memushaj; Coulibaly, Brugman (75’ Verre); Caprari. In panchina: Bizzarri, Kastanos, Benali, Cerri, Mitrita, Muric, Bas, Fornasier, Milcevic. Allenatore: Zdenek Zeman.
Juventus (4-2-3-1): Neto; Lichtsteiner, Barzagli, Rugani, Asamoah; Pjanic (46’ Rincon), Marchisio; Cuadrado (88’ Lemina), Dybala (53’ Sturaro), Mandzukic; Higuain. In panchina: Audero, Del Favero, Chiellini, Benatia, Alex Sandro, Mattiello, Dani Alves, Mandragora. Allenatore: Massimo Allegri.
Reti: 22’ e 42’ Higuain
Arbitro: Marco Di Bello di Brindisi (Fabiano-Paganessi/Fiorito/Irrati-Pasqua)
Ammoniti: Muntari, Pjanic, Coulibaly, Caprari, Coda
Una vittoria per non arrendersi definitivamente alla retrocessione del Pescara, 63 punti di differenza, una sfida morale che per Zeman non cesserà mai di esistere quando si trova in campo i bianconeri: all’Adriatico c’è la Juventus, il tutto esaurito e una missione impossibile per i biancazzurri. Anche dopo l’impresa con il Barcellona, Allegri non risparmia Dybala, Higuain, Cuadrado e Mandzukic ma si tiene in fresco l’intero comparto difensivo, partendo da Buffon (nemmeno in panchina), sostituito da Neto tra i pali. Meno chance di turn-over per il boemo: Brugman, Coulibaly e Caprari in avanti, Muntari, Bruno e Memushaj in mediana, Fiorillo in porta.
Cerca l’avvio a sorpresa il Pescara: 10 secondi e Muntari manda Brugman sparara una mina dal limite, Neto deve subito opporre i pugni per proteggere la traiettoria indirizzata sotto la traversa. Aggressività precoce per i padroni di casa anche in difesa: Muntari impiega 3 minuti a incassare la prima ammonizione per una stecca sulle gambe di Dybala. Basta che si accenda Higuain, però, e la Juve divampa: dribbling dell’argentino al 9’, servizio a Mandzukic e Fiorillo deve compiere il primo miracolo del match respingendo da due metri, la palla resta bianconera e torna al Pipita che, però, cerca l’incrocio e la manda alta. La determinazione imposta da Zeman fa risultare quella pescarese la manovra offensiva più costante, ma la differenza di spessore si palesa tutta al 22’: spunto di Cuadrado e botta dal lato corto a destra, Fiorillo respinge da terra, il colombiano anticipa Biraghi e l’appoggia al centro per Higuain che deve solo depositare nella porta sguarnita. 0-1. La rete toglie il freno a mano iniziale alla Juve, che torna in porta dopo 2 minuti: cross di Madzukic, Higuain svetta e schiaccia di testa, la sfera esce a fil di palo. A cercare la reazione ci pensa Caprari, puntuale a rincorrere la profondità ma sempre tenuto a registro da Rugani. Con molti meno affanni, gli ospiti piombano in area Pescara quando vogliono: alla mezzora, prima Higuain reclama il rigore sulla marcatura di Campagnaro, poi Mandzukic cerca lo specchio col destro al volo ma allarga troppo la gittata. Fa molto meglio Higuain al 36’: tracciante di Dybala, ennesimo taglio fra due difensori del Pipita, sombrero e girata letale da posizione defilata ma Fiorillo vola a toglierla dal “sette”. Juve a valanga nel finale di tempo, Mandzukic torna a schiacciarla di testa al 41’, avvantaggiato da Coda in marcatura leggera, ma ci mette troppa forza e la palla rimbalza oltre il terzo legno. Preferisce l’assist, un minuto dopo, per confezionare il raddoppio: traversone di Pjanic dalla destra, il croato si inchina per suggerirla di testa, lieve deviazione di Zampano ma nel corridoio centrale arriva l’ex Napoli in scivolata e segna lo 0-2. Prima dell’intervallo Dybala ha anche il tempo per spararla dalla distanza, Fiorillo si conferma il miglior biancazzurro e sventa in tuffo.
Allegri torna in campo nella ripresa con Rincon al posto dell’ammonito e nervoso Pjanic, mentre è costretto dal fallaccio di Muntari a cambiare Dybala con Sturaro dopo 8 minuti. Anche il ghanese è ammonito, Zeman lo sostituisce con Benali al 12’st, cercando nuovo nervo per i suoi. E’ il neo-entrato juventino a portare la prima conclusione del secondo tempo, al 15’: imbeccata di Mandzukic sulla sinistra, Biraghi lo strattona ma Sturaro arriva comunque al tiro ravvicinato, Fiorillo si conferma in ottima forma con l’ennesima respinta. Si affaccia in attacco, al 19’, anche il Pescara con Memushaj che raccoglie di petto e cerca Campagnaro in mezzo, ma la corsa sbilancia il difensore che non si coordina nell’aggancio davanti al portiere. Zeman tenta anche le carte Bahebeck (al 22’ st per Bruno) e Verre (al 30’ st per Brugman) ma gli servirebbe un miracolo che nemmeno il Sabato Santo può concedergli per rimontare i campioni d’Italia: la squadra di Allegri passeggia e amministra fino al triplice fischio.
Buona l’impressione lasciata dai biancazzurri in avvio ma la Juventus non ha mai sofferto quando ha voluto giocare davvero. Più della sconfitta, la 22esima, al Pescara fanno male la vittoria dell’Empoli a Firenze e i pareggi di Crotone e Palermo, che condannano il Deflino a una retrocessione ormai in attesa della sola matematica.