Lazio (3-5-2): Marchetti; Bastos, De Vrij, Radu; Felipe Anderson (72’ Basta), Parolo, Cataldi, Milinkovic (80’ Murgia), Lulic; Immobile, Djordjevic (60 Keita). In panchina: Strakosha, Vargic, Wallace, Hoedt, Patric, Lukaku, Leitner, Luis Alberto, Lombardi. Allenatore: Simone Inzaghi
Pescara (4-3-2-1): Bizzarri; Zampano, Campagnaro, Gyomber (49’ Zuparic), Biraghi; Memushaj, Brugman, Cristante (72’ Mitrita); Verre, Benali (47’ Manaj); Caprari. In panchina: Fiorillo, Pigliacelli, Crescenzi, Fornasier, Vitturini, Aquilani, Bruno, Pepe. Allenatore: Massimo Oddo
Reti: 67’ Milinkovic, 71’ Radu, 75’ Immobile
Arbitro: Maresca di Napoli (La Rocca-De Meo/ Marzaloni/ Rocchi-Pezzuto)
Ammoniti: Campagnaro, Verre, Bastos, Radu
All’Olimpico, in casa della Lazio, è sfida tra ex nell’anticipo della quarta giornata: Oddo porta il suo Pescara in casa del suo passato giocato, Ciro Immobile accoglie da avversario la squadra che l’ha lanciato nel grande calcio; sullo sfondo un’aspra rivalità tra tifosi, più di mille quelli arrivati a Roma dall’Abruzzo mentre non si contano quelli biancazzurri che vivono e lavorano in terra laziale. Per tutti, però, l’obbiettivo è indistintamente la vittoria. Inzaghi schiera un insolito 3-5-2 con Immobile e Djordjevic, Oddo, indisponibili Bahebeck e Coda e ancora non convinto di Aquilani, conferma in toto l’undici che ha brillato con l’Inter: tutto affidato a Caprari e alla totale imprevedibilità della manovra d’attacco.
Partita immediatamente vivace, con il Pescara aggressivo e Immobile in rete già al 5’, ma il suo colpo di testa su punizione viene annullato dalla trappola del fuorigioco attivata alla perfezione dai biancazzurri. Con i minuti, cresce la Lazio e colleziona corner: al quarto d’ora, è De Vrij a incornare sottoporta, raccogliendo la battuta dalla bandierina di Felipe Anderson, ma Bizzarri si ritrova la palla tra i guantoni e si salva. Al 26’, invece, è il palo a salvare il portiere pescarese: l’ottima triangolazione al 27’ tra Biraghi, Caprari e Verre viene bloccata sul limite dell’area da Bastos e parte il contropiede per Immobile, il napoletano semina panico e difensori entrando dal lato sinistro per concludere dalla corta distanza ma il portiere la devia sul legno. Dal successivo calcio d’angolo, Bizzarri respinge centralmente sullo stacco poderoso di Milinkovic, la sfera arriva a Parolo che la manda incredibilmente alta di testa da pochi metri. I laziali si affannano in quantità mentre gli abruzzesi sono più bravi a distendersi in ripartenza e, al 34’, Caprari trova la prateria sulla sinistra, resiste a Bastos in velocità e lo costringe al fallo sulla linea guadagnando il penalty: sul dischetto fa capitan Memushaj che, però, cerca solo la potenza e la manda fuori con un destro inguardabile. Altrettanto brutto il destro di Immobile al 38’: il fraseggio di Milinkovic e Anderson è inarrestabile e il velo di Djordjevic mettono il biondo attaccante solo sul dischetto, ma gli riesce solo un passaggio al portiere. Il match si accende: al 39’ Cristante sgancia una bomba dal limite che fa tuffare Marchetti, la respinta con i pugni arriva a Caprari che cerca il sinistro a incrociare e manca la porta di poco. A Cristante, con lo stesso tiro, risponde Parolo al 43’, Bizzarri replica come Marchetti e si accende una carambola in area che termina con un campanile che insinua l’incrocio dei pali, dove Bizzarri arriva tempestivo a coprire, la palla rimane viva e, con un numero da circo di Anderson, parte la mitraglia rintuzzata a riccio dai pescaresi. A chiudere il primo tempo è una bella sforbiciata di Immobile, servito dentro da Castaldi, ma la posizione è improponibile e rimane solo l’acrobazia per gli applausi, mentre Maresca fischia l’intervallo.
Oddo torna in campo con Manaj per Benali, alla ricerca di maggiore traino offensivo, ma brucia subito un’altra sostituzione per rimpiazzare l’infortunato Gyomber con Zuparic dopo 4 minuti. La prima occasioni della ripresa arriva, al 6’st, sulla testa di De Vrij da piazzato di Cataldi, stavolta l’off-side non riesce ai delfini ma la palla esce di un metro. Altrettanto fallace la linea tenuta dai centrali pescaresi all’11’st e Djordjevic parte regolare sulla filtrante di Lulic, arrivando al tiro dal limite piccolo: Bizzarri fa gli straordinari per opporsi con i piedi. Lavoro extra tocca, al 13’st, anche alla retroguardia di casa quando Verre ci prova e Manaj ci riprova dai 15 metri: un muro si erge a proteggere Marchetti. Inzaghi non vuole aspettare più e, allo scoccare dell’ora di gioco, sguinzaglia il tanto atteso Keita. Il senegaleze si procura subito un corner e, sulla battuta, Bizzarri buca la presa alta, il pallone arriva lungo a Immobile che, a porta vuota, aspetta troppo per il controbalzo e si fa chiudere provvidenzialmente dalla spaccata di Verre. La spinta laziale monta sempre più ed è Parolo, al 19’st, a costringere ancora Bizzarri a rifugiarsi sul fondo. Il Pescara si riduce al contropiede e, al 21’st, Manaj e Caprari arrivano due contro uno nella metà campo avversaria, ma l’albanese rinuncia alla prateria spalancata con un insulto tiro da fuori. Goal mangiato, goal subito: dalla parata facile si arriva al rovescio di fronte portato da Anderson fino al cross per Milinkovic, Zampano viene sovrastato sul dischetto dal serbo con un colpo di testa che non lascia scampo a Bizzarri. 1-0. Gli abruzzesi incassano malissimo il colpo e, dopo soli 5 minuti, subiscono il raddoppio sull’ennesimo calcio d’angolo laziale, trasformato di testa da Radu. 2-0. Un k.o. tecnico per i ragazzi di Oddo: al 75’ Zuparic controlla malissimo una palla morta e manda Keita in corsa mentre i compagni erano in attacco, il colored è un lampo in dribbling e arriva agevolmente a scaricarla sulla linea di fondo per Immobile che deve solo scagliarla in porta. 3-0 che l’ex pescarese non festeggia rispetto della maglia indossata. Nel finale, Caprari prova a salvare l’orgoglio con un tiro a giro che sfiora la traversa e una seconda conclusione, allo scadere, che viene deviata da Radu, ma il Pescara è sulle ginocchia e trema ogni volta che Keita parte palla al piede. Maresca assegna 5 minuti extra time buoni solo ad allungare la pena dei biancazzurri.
Il rigore sciupato da Memushaj è la rappresentazione di quanto sprecato dal Pescara in un primo tempo ben amministrato. Nel secondo, di contro, la squadra di Oddo ha mostrato la prima brutta faccia della stagione, rinunciando troppo ad attaccare, mancando, peraltro, di concretezza quando ha avuto modo di colpire. Sconfitta, stavolta, meritata; l’occasione per rifarsi arriverà già mercoledì con il Torino, la prima di una serie di gare in cui la vittoria diverrà più semplice ma più obbligata.