Chieti. Giornata di visite in casa Pallacanestro Chieti. Al termine dell’allenamento l’ingegner Umberto Sgambati, CEO della Proger, è giunto al PalaTricalle Sandro Leombroni per conoscere i nuovi elementi della squadra e salutare i nostri veterani. Disponibile e sensibile alle esigenze della comunicazione, ci ha gentilmente concesso un’intervista.
In un momento di crisi generale come quello che stiamo vivendo, che cosa la spinge ad investire nello sport in generale e nella pallacanestro in particolare?
Una società come la nostra che ormai vive e lavora soprattutto su mercati internazionaliha secondo me la necessità di avere ben radicate dentro di se le radici nel proprio territorio: un’azienda è competitiva nei mercati internazionali solamente se lo è nei propri luoghi d’origine. Lo sport è per me una passione che ho da sempre e lo reputo uno dei modi migliori per legarsi al territorio e al sociale. Amo la pallacanestro e la squadra di Chieti è sicuramente una delle più importanti realtà sportive della nostra regione. La somma di tutti questi fattori è il risultato della nostra collaborazione con la squadra del presidente Gianni Di Cosmo.
Quanto è importante che la squadra, oltre ai risultati sul campo, sia vincente anche nel sociale?
Io direi che questi siano concetti inscindibili. Lo sport non è solo agonismo, è soprattutto sociale. Quando la base è robusta, anche la prima squadra raggiunge risultati importanti, in categorie importanti, come ha sempre fatto in queste ultime stagioni.
Quali sono gli ingredienti per eccellere, non solo in una squadra di basket, ma anche in un’azienda leader come la vostra?
Ci vuole sicuramente professionalità, che vuol dire capacità tecnica, e quindi studio, lavoro, energie, attenzione ed un pizzico di creatività, così come accade nella pallacanestro. Penso sia una questione di tecnica, di forza ma anche e soprattutto di intelligenza: il basket è uno sport molto tattico, di logica, la differenza in campionati così importanti come quelli nei quali il nostro team gioca, dove tutte quante le squadre sono abbastanza livellate, la fanno sicuramente la capacità tecnica e la creatività, la fantasia e l’intelligenza, così nello sport, così nel lavoro e nella vita quotidiana.