Pescara (4-3-1-2): Fiorillo; Zampano, Fornasier, Zuparic, Crescenzi; Benali (57’ Forte), Mandragora, Verre; Valoti (46’ Torreira); Caprari (79’ Fiamozzi), Lapadula. In panchina: Aresti, Bruno, Sansovini, Cocco, Selasi, Mitrita. Allenatore: Massimo Oddo.
Ternana (4-2-3-1): Mazzoni; Zanon, Gonzalez, Meccariello, Vitale; Valjent (70’ Palumbo), Busellato; Gondo (62’ Avenatti), Falletti, Furlan; Ceravolo (76’ Dugandzic). In panchina: Sala, Masi, Zampa, Belloni, Dianda, Grossi. Allenatore Roberto Breda.
Reti: 16’ Falletti, 24’ Caprari, 87′ Dugandzic
Arbitro: Valerio Marini di Roma (Pentangelo-Chiocchi)
Espulso: Fornasier, Zanon
Ammoniti: Busellato, Zanon, Verre, Benali, Valjent, Mandagora
Risorgere tra le mura amiche dopo la brutta prestazione di Novara è la missione del Pescara che si gioca la permanenza in zona play off: contro la Ternana penultima in classifica, Oddo recupera Zampano in difesa ma, senza Memushaj, inventa un centrocampo tutto nuovo con Mandragora, Verre, Benali e Valoti trequartista, rilanciato dopo un mese in panchina. Deludente in Piemonte, Cocco si risiede in panchina, riconfermata la coppia offensiva Caprari-Lapadula. Breda, invece, sceglie Meccariello a Masi al centro della difesa e si affida a Ceravolo come unica punta: motorino di destra per le fere l’ex biancazzurro Damiano Zanon, caposaldo del Pescara di Zeman.
Al Pescara manca il solito avvio incisivo: Lapadula non va oltre un tentativo dalla distanza e un colpo di testa che colpisce la rete esternamente ma dopo aver già superato la linea di fondo. Agli ospiti, invece, non mancano le buone intenzioni e all’11’ sorprendono la difesa biancazzurra con il palleggio tra Vitale e Gondo che fa da sponda per Ceravolo al centro dell’area, ma l’attaccante ternano non riesce a impensierire Fiorillo, anticipato da Zuparic di testa. Il centrale abruzzese, però, combina un disastro al 16’: sbaglia a liberare l’area sulla verticalizzazione dalla trequarti, l’appoggia lateralmente di testa ma la regala a Ceravolo che dalla destra dell’area può controllare e accentrare per la facile deviazione in corsa di Falletti, ed è clamorosamente 0-1. Altrettanto clamoroso il pareggio al 24’, quando un assalto di Lapadula viene risolto con un tocco di Meccariello per il portiere che viene giudicato volontario dall’arbitro che assegna il calcio di punizione indiretta dal dischetto per il Pescara; davanti a una barriera a 10, Lapadula tocca per Caprari che spacca le mani di Mazzoni e la traversa, insaccando in porta la sassata dell’1-1. Partita riaperta ma colpi di scena non finiscono qui, perché al 34’ Marini commina il rosso diretto ad un ingenuo Fornasier, per un tackle frontale a centrocampo su Busellato, e al Delfino tocca un’ora in 10 contro 11. Il vantaggio numerico umbro non si riversa sul risultato per pochi centimetri al 42’, quando il calcio di punizione di Vitale dai 25 metri fischia accanto all’incrocio dei pali alla sinistra di Fiorillo, e il primo tempo si archivia sul pari.
La mossa di Oddo per mettere una pezza all’emorragia di concentrazione dei suoi è Torreira per Valoti in mediana, arretrando Mandragora in difesa a inizio ripresa. Ai pescaresi serve la reazione immediata, la cerca dopo solo 3 minuti Zampano con un’incursione dalla destra, supera tre avversari in dribbling per portarsi al traversone basso dalla linea di fondo, ma Meccariello chiude in angolo; un’azione innescata da una percussione di Lapadula: Zanon prova a spegnerli il fuoco con una spallata sul volto a gioco fermo, l’attaccante si accascia a terra ma i giudici di gara non vedono nulla. Oddo fiuta il profumo del coraggio ritornato tra i suoi e alimenta l’attacco con Forte per Benalì, Breda risponde carico su carico con Avenatti per Gondo. I primi effetti li sente il Pescara che al 19’st si distende in contropiede, Caprari allarga sulla trequarti per Lapadula che affonda in area dalla destra bruciando la linea difensiva e mira al primo palo a botta sicura, ma Mazzoni riesce ad allungare i tendini delle braccia e salva miracolosamente in corner. Il match si fa agguerritamente equilibrato: i rossoverdi continuano a premere a 22’st, Mandragora si tuffa in scivolata per intercettare il cross nella propria area e sfiora l’autogoal. Il Pescara fa gli straordinari su entrambi i fronti, con Zampano che alimenta ogni ripartenza a sostegno di Caprari e Lapadula, contenute con le brutte maniere dagli umbri. Ottimo anche il supporto di Torreira, ma l’uomo in più si fa sentire negli ultimi 15 minuti, così Ceravolo e Furlan insidiano sempre più gli ultimi metri di campo pescarese trovando, però, Fiorillo sempre attento sulle traiettorie. Il ripiegamento strategico diventa obbligo per Oddo che chiude la gara con Fiamozzi al posto di Caprari, mentre Zampano continua a trascinare i compagni volando sulla destra palla al piede, ma le maglie difensive ternane sono folte e taglienti: falli tattici puntuali sui biancazzurri, così Zanon si becca la seconda ammonizione a 4 minuti dal 90’ e si riequilibrano le formazioni. Non il risultato, però: dalla punizione al 42’st il Pescara va al tiro a raffica in area avversaria, la Ternana fa muro e riesce a ripartire, Crescenzi fallisce il contrasto, davanti a Fiorillo rimane solo Zuparic, Dugandzic lo salta e poi infilza Fiorillo per l’1-2. Veementi le proteste biancazzurre per il fallo su Zampano che ha innescato il contropiede davanti al guardalinee, ma Marini non sente ragioni e si limita ad assegnare 4 minuti di recupero.
Non servono al Delfino, che perde anche l’imbattibilità in casa peccando completamente di testa. Una squadra poco aderente all’impronta data da Oddo: gli errori di Zuparic e Fornasier hanno segnato la gara e dimostrato tutta la scarsa lucidità di giornata, a discapito della concretezza complessiva. All’Adriatico passa la squadra meno quotata sulla carta, dimostrando al Pescara che vincere tante partite non vuol dire poterle vincere tutte.