Giulianova. Non ci stanno i tifosi del Giulianova, non accettano di essere definiti aggressori. Con alcuni giocatori, in modo particolare con il portiere Rossetti, che ha già rescisso il contratto, ci sarebbe stato un semplice faccia a faccia. In un comunicato gli ultrà Giulianova 1924 spiegano come realmente sono andate le cose e sottolineano che mai hanno varcato la soglia dell’ingresso del Residence Kiara ma che il colloquio c’è stato fuori dalla struttura, seduti attorno ad un tavolo. Con Rossetti c’erano anche altri 4-5 compagni di squadra. Nella nota gli ultrà dicono di non aver mai forzato alcuna porta posteriore, né sono entrati nelle stanze dei giocatori.
“I giocatori il giorno dopo l’incontro”, si legge nel comunicato, “ascoltati da società, staff tecnico e tutta la squadra, dichiaravano di non aver subito minacce di alcun tipo da nessuno, e quindi di non sporgere denuncia perché non ce n’era motivazione. Questa versione viene confermata con un incontro che abbiamo avuto con parte della società in mattinata, durante il quale il direttore generale ha ribadito, sentendosi anche con il capitano del Giulianova, che nessuno ha sporto denuncia per i fatti successi e tutti hanno dichiarato di non aver subito minacce o violenza fisica”. Le telecamere del Residence Kiara confermeranno insieme alle persone presenti le affermazioni circa il fatto che il “colloquio” è avvenuto fuori e che non c’è stata alcuna violenza.
“I motivi di questo incontro con il portiere sono ben noti a chi conosce i fatti”, prosegue il comunicato. I tifosi hanno rimproverato il fatto ad alcuni giocatori di essere andati a ballare la sera dopo il successo sul Matelica, anziché rispettare le indicazioni del tecnico Giorgini di restare nell’albergo visto che il mercoledì si sarebbe giocata una gara importante contro l’Isernia. “Solo successivamente, il portiere Rossetti ha sporto denuncia”, si legge ancora, “senza trovare l’appoggio dei compagni di squadra che avevano assistito all’incontro. Questi sono i fatti!”.
I tifosi poi criticano in modo particolare un dirigente (ma non fanno i nomi) che avrebbe preso a pugni la porta dello spogliatoio di mister Giorgini e dello staff tecnico. Lo definiscono una “testa di legno”. “Le teste di legno esistono per essere segate”, conclude la nota, “La nostra consolazione è che prima o poi questa testa salterà via. Noi scegliamo di essere e non di apparire. Ma non accettiamo accuse infamanti”