Frosinone (4-3-3): Zappino, Zanon, Crivello, Blanchard, Frara, Gucher, Santana (62’ Carlini), Cosic (75’ Bertoncini), Dionisi, Lupoli (81’ D. Ciofani), Sammarco. In panchina: Pigliacelli, Gori, Santamaria, Ranelli, Crescenzi, Pamic. Allenatore: Roberto Stellone.
Pescara (4-4-2):Fiorillo, Pucino, Salamon, Fornasier (64’ Brugman), Zampano, Politano (87’ Pasquato), Bjarnason, Melchiorri, Zuparic, Salamon , Memushaj, Sansovini (55’ Pettinari). In panchina: Aresti, Boldor, Caprari, Abecasis, Gessa, Selasi. Allenatore: Marco Baroni.
Reti: 40’ Gucher, 47’ Lupoli (rig), 74’ Politano
Arbitro: Daniele Minelli di Varese (Raparelli-Di Salvo)
Ammoniti: Salamon, Melchiorri, Fornasier, Blanchard, Frara, Dionisi, Carlini,
Con soli 2 punti racimolati nelle ultime 3 partite, il Pescara deve assolutamente vincere per non ritrovarsi nel finale di stagione tagliato fuori dai play-off. L’ardua missione è da compiere in casa del Frosinone di Stellone che si gioca la quarta piazza in classifica, Baroni l’affronta con le idee tattiche ben chiare ma la formazione tipica viene sconvolta all’ultimo minuto per un virus intestinale che blocca Brugman: in mediana sale Zuparic e a centro area si piazza Fornasier a difendere in coppia con Salamon. A confondere ulteriormente la partenza dei Delfini c’è l’arbitro che boccia le maglie verdi da trasferta e, non distinguendole dalle gialle del Frosinone, fa giocare i pescaresi con le divise d’allenamento blu e senza nomi.
Non cambia, però, l’impostazione tipicamente dettata dal tecnico toscano: il Pescara parte attendendo che il Frosinone lasci i varchi aperti. Ci vogliono 13 minuti prima di vedere i biancazzurri in propensione offensiva, con Bjarnason a spingersi in ripartenza sulla destra: l’islandese, due volte al cross, viene prima bloccato da un tocco di mano involontario, poi riesce a Pescara Pucino sul limite dell’area piccola ma Zappino para senza problemi la conclusione centrale. Sono poche le occasioni in cui il primo tempo si smuove dal torpore generale e quasi sempre inconcrete, come la botta dai 25 metri di Lupoli, che scappa alla marcatura di Fornasier ma trova i pugni di Fiorillo a respingere. L’attendismo dei delfini non paga, anzi, quasi paga pegno: al 21’ Pucino sbaglia il controllo sulla trequarti e Dionisi si porta a al cross dal fondo, Fiorillo esce in tuffo e copre le spalle all’errore del compagno; ma il Frosinone è sempre lì, Dionisi guadagna un corner dalla stessa zolla, la battuta dalla bandierina viene ancora respinta da Fiorillo ma finisce, sul limite, per servire la botta al volo di Gucher che Fiorillo riesce nuovamente a braccare, nonostante la curva insidiosa. Gli abruzzesi vanno in affanno e patiscono una serie di cross attorno al 25’: Lupoli riesce addirittura a raccogliere uno spiovente in rovesciata, privo di qualsiasi marcatura difensiva ma non del compagno Santana che ne ostacola la conclusione acrobatica dal dischetto. E la reazione del Pescara non va oltre un tiro telefonato di Melchiorri dal limite dell’area alla mezzora, figlio di un fraseggio ben impostato dalla regia adriatica ma comunque timido. Dalla sua, il Frosinone non ci mette troppo: ad evitare gli sbadigli ai pochi tifosi ammessi al Matusa, però, ci pensa Gucher con un’azione personale al 40’: si invola sul corridoio centrale, Bjarnason lo contrasta con leggerezza e il frusinate austriaco si lancia in dribbling saltando secco Zuparic e Memushaj per poi, appena entrato in area, mandare la palla a sbattere sotto la traversa per insaccarsi in porta. 1-0.
Se rientra negli spogliatoi in preda alla catalessi, dopo l’intervallo il Pescara non rientra in campo in migliori condizioni e dopo due soli minuti incassa la seconda rete: i ciociari arrivano a battere una rimessa laterale dalla bandierina sinistra, Santana rovescia in area per prolungarla e Fornasier si improvvisa pallavolista e regala un calcio di rigore che Lupoli trasforma nello 0-2 spiazzando Fiorillo dal dischetto. Baroni cerca di rialzare le sorti con l’inserimento di Pettinari per Sansovini, ma è la difesa a languire: largo lo spazio lasciato al Frosinone, al 12’st, per il fraseggio sulla trequarti che porta Santana alla conclusione radente dalla distanza che manca di un nulla dalla base del palo alla destra di Fiorillo. L’unico a salvarsi in maglia innominata e Politano, che al 17’st si accentra dalla destra e fa girare un sinistro da favola che, però, prende in pieno l’incrocio dei pali a portiere battuto, il rimbalzo è un’ottima sponda per la battuta a porta vuota di Zampano ma Zappino riesce a rialzarsi in tempo dal tuffo per respingere con i piedi. A meno di mezzora dal termine, pur di recuperare, il tecnico pescarese rinuncia a un difensore centrale e inserisce il sofferente Brugman per Fornasier. L’unico traino rimane sempre Politano, che al 29’st si procura un calcio di punizione dalla lunetta con una conclusione murata con le mani da un difensore; a batterlo va proprio lui e replica la traiettoria magica della sfortunata occasione precedente, lasciando il portiere immobile a guardare la palla che si insacca accanto al palo destro. 0-2. L’ultimo quarto d’ora è un vero e proprio forcing della formazione biancazzurra, ma i leoni ciociari si chiudono e respingono ogni assalto con l’arma bianca in mano e, nel recupero, Dionisi fa un fugone verso la porta e manca il terzo goal solo per scarsa mira da posizione ravvicinata.
Troppo tardiva, seppur intensa, la reazione del Delfino, che fin dall’inizio ha praticamente rinunciato a giocare votata all’attacco. Si allunga così, la doppia crisi del Pescara: quella del gioco, latitante di lungo corso, si assomma a quella dei risultati, con la vittoria che manca da ormai un mese. In chiave classifica, la fascia dei play-off rimane a due punti ma, con sole 7 partite a disposizione, perdere contro una diretta concorrente pesa il doppio.