Pescara (4-4-2): Aresti, Pucino, Zuparic, Salamon, Zampano (46′ Rossi), Bjarnason, Memushaj, Selasi (75′ Brugman), Politano, Melchiorri (61′ Da Silva), Pasquato. In panchina: Aldegani, Fiorillo, Fornasier, Boldor, Vitturini, Paolucci, Caprari. Allenatore: Marco Baroni.
Ternana. (3-5-2): Brignoli, Valjent, Meccariello, Popescu, Fazio, Eramo, Palumbo (74′ Russo), Crecco (83′ Ferronetti), Vitale, Avenatti, Bojnov (36′ Ceravolo). In panchina: Sala, Janse, Gagliardini, Falletti, Russini, Dugandzic. Allenatore: Attilio Tesser.
Reti: 1′ Zampano (a), 9′ Bjarnason, 70′ Ceravolo
Arbitro: Gianluca Manganiello di Pinerolo (Mondin-Tolfo)
Ammoniti: Eramo, Zuparic, Avenatti, Salamon
Mantenere la zona play-off e confermare le potenzialità offensive: questi gli obiettivi di Baroni per la sfida interna contro la Ternana. Maniero è ormai un lontano ricordo per i tifosi biancazzuri, che ora sperano nella coppia d’oro Melchiorri-Pasquato. Baroni la schiera con alle spalle la formazione “tipo”, quella che ha Trapani ha dimostrato di saper far girare la palla come si deve.
Ma, pronti e via, il Delfino va subito sotto. La prima spinta umbra, dopo un minuto e mezzo, si trasforma in autorete: Crecco crossa innocuamente, Zampano la smorza di petto per Aresti ma beffa il proprio portiere con un involontario tunnel. 0-1. Poco male per gli adriatici che dimostrano immediatamente l’intenzione di figurare bene davanti al proprio pubblico scatenando un repentino assedio. E’ proprio Zampano, al 9′, a produrre l’occasione del pari: suo il cross pennellato dal vertice destro che pesca sul lato opposto Bjarnason, lasciato indisturbato a colpire di testa sul lato opposto, e insacca l’1-1. Delfini in versione squali affamati: si gioca solo a ridosso della porta di Brignoli, scossa al 23′ dalla potente conclusione di Pasquato che il portiere ternano riesce a deviare sulla traversa, poi Bjarnason cerca la ribattuta ma è proprio Pasquato a sporcarla senza intenzione. Alla Ternana non riesce proprio di imbastire un’azione d’attacco: Tesser, al 36′, perde anche Bojnov, punta di diamante, che esce zoppicando per far posto a Ceravolo. Fluide e scorrevoli le catene esterne del Pescara: Politano prova a partecipare personalmente all’assalto con un tiro a giro, ma dalle fasce sono davvero tante le palle che chiamano a concludere Melchiorri, Bjarnason e persino Selasi, con i rossoverdi schierati in gran numero a rintuzzare in corner. Rischia di addormentarsi sugli allori la squadra di Baroni nel finale della prima frazione, lasciando a Palumbo l’opportunità di cercare la sorpresa da 30 metri, con la palla che si alza di poco sopra la testa di Aresti. A suonare la sveglia ci pensa Politano, al 44′, con una botta altrettanto forte dalla distanza che chiama Brignoli a deviare ancora una volta in calcio d’angolo.
A Baroni, però, la superiorità senza corrispondente vantaggio non quadra, e nell’intervallo toglie Zampano per far esordire Rossi, colpo di mercato invernale e lieto ritorno tra le fila biancazzurre. Si riparte sulla stessa partitura: Melchiorri imposta già dai primissimi secondi mandando Pucino al cross che Bjarnason raccoglie e devia di testa verso la porta, ma Brignoli blocca senza problemi. Riesce sempre molto facile all’islandese sfuggire alle maglie difensive delle Fere, fortunati a trovare all’ultimo tocco il poco concreto islandese e non una punta più insidiosa. Baroni, allora, aumenta il carico: entra Da Silva al 16’st per Melchiorri, poco spavaldo nella ricerca della zampata vincente. Il cambio vivacizza subito il reparto: Politano va a proporsi personalmente alla finalizzazione ma trova, ancora una volta, i guanti di Brignoli che si oppongono dalla media distanza. Quello di Tesser diventa un catenaccio che Baroni cerca di scardinare avanzando Bjarnason e Politano come quarto e terzo attaccante.
Gli umbri pazientano, soffrono e aspettano l’occasione propizia per cambiare musica: la sfiorano al 23′ st su calcio da fermo, con la battuta da fuori area di Vitale che accarezza la traversa. Lo sforzo offensivo comincia a pesare sulle gambe dei pescaresi, e gli ospiti iniziano a trovare i varchi dove potersi infilare; pochi minuti e la partita si rovescia. La Ternana guadagna due corner in successione al 25′ st, sul secondo arriva il sorpasso: la palla arriva a Crecco sul vertice destro dell’area di rigore, la difesa è sbilanciata e rimane solo Salamon a difendere Aresti, si oppone al tiro ma la deviazione alza la sfera a campanile, Ceravolo si fionda a raccoglierla al volo mentre ridiscende e fulmina aresti dal limite piccolo. 1-2. Baroni non può credere alla beffa e gioca Brugman come ultima carta per riacciuffare quantomeno il pareggio: ci va vicinissimo Da Silva, al 32′ st, invitato dalla discesa di Rossi sulla sinistra, ma il brasiliano si spinge troppo sul fondo e dalla linea riesce a concludere solo sull’esterno della rete. Riparte l’assedio dei Delfini, che superano abbondantemente la doppia cifra di corner ottenuti seppur le conseguenti battute non vanno oltre la mischia in area ternana. Il finale è un forcing biancazzurro che lascia ai rossoverdi anche lo spazio di pungere in contropiede: Ceravolo arriva, in extra time, a insidiare Aresti in pallonetto ma fallisce l’occasione della doppietta. Il Pescara non molla nemmeno nel recupero, a Pasquato l’ultima palla buona per pareggiare dal limite dell’area ma ha un muro di avversari di fronte a sé.
Una sconfitta immeritata per il Pescara, patita per l’infortunio tra Zampano e Aresti e dalla mancanza di un attaccante capace di “fare male” davanti a Brignoli. Finalizzatori a parte, la squadra di Baroni non ha peccato ma ha perso comunque lo slancio dovuto alla lunga serie positiva, ora interrotta. Ad aleggiare, ora, è l’ansia da prestazione interna.