Pescara-Torino 2-0, Delfino capolista.Verratti e Insigne: magie da Serie A

insignelinguaPESCARA (4-3-3): Ragni; Zanon, Romagnoli, Capuano, Bocchetti; Nielsen, Verratti, Cascione (40? Gessa); Sansovini (79? Konè), Immobile (70? Caprari), Insigne. In panchina: Cattenari, Brosco, Balzano, Kone, Soddimo, Maniero. Allenatore: Zdenek Zeman

TORINO (4-2-4): Benussi; Darmian, Ogbonna, Di Cesare, D’Ambrosio; Basha, Iori (74? De Feudis); Stevanovic (45? Surraco), Antenucci, Sgrigna, Pasquato (63? Meggiorini). In panchina: Morello, Pratali, Masiello, Bianchi. Allenatore: Giampiero Ventura


 Reti: 10’ Insigne, 47’ Immobile

Arbitro Piero Giacomelli di Trieste

Ammoniti: Capuano, Di Cesare, Zanon, Romagnoli

 

Un dominio assoluto, l’attacco totale di Zeman batte la contenitiva tattica di Ventura. È il Pescara che straccia il Torino e passa in testa alla classifica. In goal Insigne e Immobile, ma sulla prima rete, capolavoro di Lorenzinho, è Verratti che estrae la magia più bella dal cilindro del trascinatore biancazzurro.

 

Il big match tra le teste di serie della B vede 21mila persone (record storico) accorrere all’Adriatico, colorato completamente di bianco e d’azzurro. Circa 400 gli ospiti venuti a tifare da Torino. Tante le celebrazioni della Curva Nord per Domenico Rigante, l’ultras ucciso la sera del primo maggio da un agguato finito in sparatoria. Immobile, amico personale del 24enne, porta in braccio la figlia di 7mesi in campo con la sciarpa del Pescara al collo. Fuori Anania, squalificato, a difendere la porta adriatica c’è il giovanissimo Riccardo Ragni, classe ’91 all’esordio in Serie B. Balzano ko per una botta al ginocchio rimediata in allenamento, Zanon torna titolare sulla fascia destra; a sinistra c’è Bocchetti, il resto di Zemanlandia è quello più tipico.

Pescara subito col piede sul gas e si getta in un pressing spietato contro il Toro. Un paio di cross pericolosi degli adriatici e la partita svolta: al 10’ Verratti alza la testa e lancia dalla linea di centrocampo, la magistrale parabola scavalca tutti e pesca Insigne in area che scarta Darmian con uno stop d’esterno, Lorenzinho si accentra con lo stesso tocco di destro e manda il portiere granata Benussi a sbattere col il difensore, per depositare la sfera nella porta vuota. Due tocchi da campioni per il vantaggio pescarese. Il primo brivido sulla schiena adriatica corre al 19’, quando Pasquato manda il calcio di punizione dalla lunetta direttamente sul palo sinistro, ma Ragni dimostra di avere le ali e ci mette le unghie per deviare in angolo. Secondo brivido dopo pochi secondi: il Pescara pasticcia nel riuscire dalla propria area, Verratti perde palla, ancora Pasquato ad avventarcisi e tenta la sorpresa dai 30 metri, mandandola a sfiorare la parte alta della traversa. La lunga fase di studio che segue alla grinta iniziale viene spezzata al 36’: Verratti illumina nuovamente l’area con un traversone per l’inserimento sulla sinistra di Cascione: il mediano stoppa di petto e carica la girata di destro, ma Darmian è tempestivo ad intervenire in acrobazia e manda in corner; dagli sviluppi la botta da fuori di Nielsen, che sibila accanto all’incrocio dei pali e sfila sul fondo. A due minuti dall’intervallo il Pescara rischia la beffa: Verratti trattiene Antenucci sulla trequarti e concede la punizione, Pasquato gioca d’astuzia e batte mentre Ragni sta ancora piazzando  la barriera, tiro diretto in porta che Ragni vede all’ultimo e riesce a deviare sul palo, quindi in angolo. Ma c’è ancora il tempo per far giustizia: manovra sul limite di Nielsen, scarico per Zanon che la mette dentro dalla destra, Immobile sbuca da solo e incrocia di testa all’angolino basso a sinistra di Benussi: raddoppio del Pescara all’ultimo secondo del primo tempo.

La ripresa vede i Granata più arditi e in campo con Surraco al posto dell’invisibile Stevanovic, Zemanlandia non cambia residenti nonostante una botta alla schiena rimediata da Bocchetti a metà primo tempo. Il primo atto è del Torino, al 4’st con Sgrigna che stoppa male sul dischetto, cercando l’appoggio al volo per l’accorrente Meggiorini, ma il tocco è corto e sciupa il taglio smarcante su Romagnoli, permettendo il recupero del difensore che chiude in calcio d’angolo. Risponde Sansovini al 6’st, lanciato in profondità da Insigne, il capitano biancazzurro se ne va in velocità a Darmian e cerca il pallonetto lungo a sorprendere Bonussi fuori dai pali, ma la mira si scosta malamente un metro alla sinistra del palo. Se la squadra di Ventura cerca la reazione, quella del boemo sembra ancora sullo 0-0, indiavolata e determinata ad attaccare fino alla fine. Occasionissima al 23’st per Immobile, servito dal recupero grintoso di Nielsen, che interrompe la ripartenza dei torinesi fuori dalla propria area, il bomber adriatico viene però rincorso da Ogbonna, più pressato dal lungo duello con il capitano granata che dal recupero, e allarga e accellera troppo la conclusione mancina con il solo portiere rimastogli davanti. Zeman non gli concede il riscatto sostituendolo immediatamente con il più lucido Caprari.Il giovane attaccante romano si fa notare dopo soli 5 minuti, con un sinistro insidiosissimo dal limite che esce di un soffio. Insigne, poco dopo, si divora due volte la doppietta che avrebbe chiuso i giochi: Iori perde palla al 28’st con Nielsen pronto a giovarsene e servire il fenomeno di Frattamaggiore, Insigne si accentra dal vertice sinistro e cerca il classico sinistro a giro ma la conclusione viene fuori troppo tesa e termina sul fondo. Istantanea la seconda occasione ghiotta, ma Insigne sbaglia anche la fotocopia graziando la sbandante difesa di Ventura, messa in ginocchio dalla ferocia del Delfino. A dieci minuti dalla fine, Zeman ricorre ad un insolito, comunque contenuto, ripiegamento difensivo, togliendo Sansovini al tridente e infoltendo il centrocampo con l’ivoriano Kone: 4-4-2 tutt’altro che melina. L’ultimo assalto del Torino, forse l’unico concreto, su una fulminea ripartenza al 41’st, Sgrigna supera Zanon sulla discesa dalla sinistra e cerca il secondo palo sottoporta, conclusione deviata dal recupero di Capuano,  Ragni ci mette la mano e completa l’opposizione. L’Adriatico accoglie festante il tabellone che segnala i quattro minuti di recupero: gli spalti cantano e Insigne danza con tocchi di gran classe: solo Ogbonna riesce a negargli ulteriore gloria. Al triplice fischio il delirio dei festeggiamenti sotto la Curva Nord e Insigne che porta la sua linguaccia per tutto lo stadio, mentre in città partono caroselli che anticipano la festa definitiva.

 

Il Pescara vince per la quinta volta consecutiva, e con una gara maiuscola e totalmente dominata scavalca il Torino al primo posto in classifica, 77 su 76 punti. Tornano in campo martedì: Pescara riprenderà dal 31’ contro il Livorno: la partita interrotta sul doppio vantaggio amaranto dal tragico malore di Piermario Morosoni; il Torino dovrà vedersela con il Sassuolo. Giochi ancora aperti, ma Zemanlandia ha dimostrato qual è la vera forza del campionato.

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