Nel ricordare come nonostante la Provincia non abbia più competenze nel settore turistico ma si stia impegnando lo stesso per il mantenimento della cabinovia, nonostante la società Gran Sasso spa sia in liquidazione, Di Sabatino ha sottolineato come non si possa più ora di “ragionare con modalità emergenziali” per assicurare la gestione degli impianti, senza i quali la stazione turistica muore.
“Il Gran Sasso è un distretto”, dice il presidente, “e bene ha fatto la Regione a ricomprendere in questo distretto sia il versante teramano che quello aquilano. Per uscire da queste secche che perdurano da troppi anni determinando una vera e propria emorragia di turisti e presenze, dobbiamo, ora, non domani, ragionare in termini di Piano d’area, di programmazione a breve, medio e lungo termine evitando gli errori del passato con soluzioni estemporanee e scardinando i localismi. Non ho dubbi che quello del collegamento con la valle del Mavone sia un tema ma se non ri-creiamo il ‘prodotto’ montagna, consentendo a operatori e associazioni di conquistarsi il pane con il quale far vivere le loro attività, non avremo nulla da offrire ai potenziali visitatori”.
Priorità assoluta, dunque, alla rinascita dell’economia locale, da accompagnare anche con un’attenzione particolare alla sentieristica, ai servizi di accoglienza e alla salvaguardia del patrimonio ambientale rappresentato da questo “monumento” della natura. Mi auguro che tutti gli attori non ci lascino soli a dipanare la matassa”.