Speciale Goodtimes: “L’Ultimo Dominatore Dell’ Aria”
Voto: 7 “L’ULTIMO DOMINATORE DELL’ARIA”
(di M. Night Shyamalan. Con Noah Ringer, Dev Patel, Nicola Peltz – 2010 )
Un lavoro ben fatto va riconosciuto. Questo film, pur essendo incentrato su di un target fantasy o giovanile, è stato realizzato con tutti i canoni, i tempi, le immagini e i ritmi di cui necessitava.
Quando la pianificazione è impostata come si deve, e il produttore lascia che venga rispettata, una pellicola pur’ leggera assume quell’armonia necessaria per essere apprezzata anche dai “grandi”.
In un tempo indefinito il mondo è diviso in quattro regni denominati come i quattro elementi naturali: Acqua, Aria, Fuoco e Terra. Alcuni abitanti dei rispettivi regni nascono con la capacità di plasmare ed utilizzare il proprio elemento. L’ ordine è retto dall’ Avatar, l’unico a poter utilizzare i quattro poteri. Dalla sua scomparsa, il regno del Fuoco da inizio ad un’ inesorabile avanzata nella conquista del mondo quando, in un piccolo villaggio del regno dell’Acqua, un bambino viene ritrovato congelato in un’ enorme sfera di ghiaccio. Risvegliato da due ragazzi, questo bambino sembra poter controllare l’Aria, fatto assolutamente unico dal momento che tutti i “dominatori dell’aria” sono stati massacrati per il fondato timore che fra di loro potesse rinascere l’Avatar, colui che riporterà l’ordine e la pace.
Prima parte della saga dell’ “Ultimo Dominatore dell’ Aria”, della quale, secondo alcune ricerche, faranno parte altri due episodi, che si preannunciano ancor più incentrati sulla figura del “bimbo tatuato”, questo Noah Ringer del quale, vista la tenera età, non possiamo che tessere le lodi per espressività e tensione artistica.
Molte le critiche ricevute da parte dei fans della serie animata da cui è tratta la pellicola di Night Shyamalan (in foto, il regista de “Il Sesto Senso”, di sicuro non parliamo di uno sprovveduto), che asseriscono che siano stati tagliati importanti filoni alla storia.
Il nostro percepito è radicalmente diverso, e siamo convinti di aver assistito ad un primo blocco molto convincente per gli amanti del genere, che scorre e si lascia guardare, ovviamente, con semplicità, riuscendo comunque a coinvolgere lo spettatore nella propria voglia di fantasticare e, fattore basilare, di “tifare per il buono”.
Direi, missione compiuta.
AllTheBest
Ivan Cesare Caponi