Good Times Bad Times – Cattiva.3

Apparsi di recente nelle sale, e prossimi all’uscita in dvd, eccovi i tre badtimes.

 

Sono cattivo il giusto direi. Per l’ultimo magari troppo, ma lo ritengo diseducativo e irrispettoso.

Buona lettura.

 

 Voto: 4,5   “LA BATTAGLIA DEI TRE REGNI”

treregni (di John Woo, 2008)

Gioie e dolori del cinema orientale. Produzioni titaniche e curate, non v’è dubbio , ma il sottile confine che demarca le differenze fra il colossal e la retorica è stato passato, e la pellicola non riesce ad essere fluida nello svolgimento dei fatti come pure nella narrazione scenica.

 
Riassunto: l’ho visto in “tre puntate”.  Tutto d’un fiato si fa fatica. I canovacci narrativi sono scontati e ridondanti mentre le immagini, pur ben studiate e pianificate, non trasmettono quell’epicità spasmodicamente cercata e coinvolgono relativamente uno spettatore pur propenso a questa tipologia di pellicole.

   
Con mezzi simili a disposizione si doveva fare di più. Indubbiamente.

 

 Voto: 5,5   ALICE IN WONDERLAND”

aliceinwonderland(di Tim Burton, 2010)

Soffrii per il 5 a Terry Gilliam. Sono distrutto per il 5,5 a Tim Burton.

Sapevo della realizzazione di questo film dalla pre-produzione. 

Lo aspettavo da tre anni

Quando lessi i film per cui era scritturato Jhonny Depp sobbalzai letteralmente dalla sedia scoprendo il ritorno di questo stimatissimo sodalizio e all’uscita, noncurante di quello che mi si dicesse.. “Guarda Ivan, lo sai che c’è, c’è che è noioso”..pensavo che “la gente non capisse”, convinto di un rapporto del tutto personale con BeetleTim, signora Marla Burton e cugino Scissorhands
Invece, come spesso accade, la “gente capisce”, e la noia è un sentimento così comune e riscontrabile che non serve aver visto milioni di pellicole o tantomeno necessita di un qualche tipo di accentuata sensibilità artistica.
La noia è semplice. E le ottime scenografie, la sapienza di macchina, quelle espressioni che ci hanno accompagnato in alcuni dei migliori momenti del cinema dell’ultimo ventennio, non riescono a riempire un vuoto, che non sappiamo definire, ma che ai titoli di coda ci fa corrucciare e dire: -Mmm..-

Voto: 3  PERCY JACKSON E GLI DEI DELL’OLIMPO: Il ladro di fulmini” 

percy(di Chris Columbus 2010)

Non sprecherò troppo tempo per descrivere la totale nullità di contenuti ed emozioni. Canovacci conosciuti alla noia in questo simil  Harry Potter con gli dei ma, soprattutto, senza la Rowling. Che non sarà Queneau ma che per il fantasy è innegabilmente portata. 

Vi racconto solo 2 particolariEntrambi frutto della follia di cui si nutre il cinema nel nuovo millennio.
 Il primo
riguarda la totale pazzia dello sceneggiatore, giusto un aneddoto.  A ‘sto ragazzetto, Percy,  muore la madre, l’unico membro della sua famiglia, e il tempo del cordoglio è di duesecondidue. Una pacca sulla spalla e via ad allenarsi sorridendo. La sera è ad una festa.
Il secondo, folle, particolare, riguarda il mercato cinematografico. Questo prodotto è stato fatto, scritto e pensato  per essere una copia di copie. E’ la storia di un Perseo (Percy appunto) attualizzato, figlio di Poseidone, che va a scuola etc.. Clash of titans (-5-), uscito due e ri-ridico due, mesi dopo, è la storia di Perseo “quasi originale” , figlio di Zeus,  che salva Argo, umano etc…

In assonanza numerica concludo in due modi, con due diverse domande.

Io, come tanti, amo la mitologia; da bambino mi si leggeva di Ercole, di Perseo, degli Argonauti, di Icaro, Giasone, delle ire del Pelide così come delle strane perversioni di quello sporcaccione di Zeus (che era davvero così, non solo in Pollon). Amo la mitologia Greca, amo il mito di Perseo. Meraviglioso, pieno di piccoli particolari che danno polso reale e allo stesso tempo mistico del periodo storico vissuto dalla prima, vera, moderna civiltà del mondo

Dopo questa soporifera premessa, mi scuso e mi esprimo: 

forse era quantomeno consigliabile provare a non riscrivere i reali mattoni della cultura Europea e limitarsi a seguirli realizzando una buona trasposizione cinematografica?
Coerentemente, valutandone le variabili, nasce la logica conseguenza: “ma davvero pensate che il pubblico sia composto da una massa di idioti?”
Questo film è un insulto. E lo rimane pur con l’etichetta “per bambini”. Perchè i bambini sono piccoli, non scemi .

 

 

AllTheBest

Ivan Cesare Caponi

 

 

 

 

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