Esistono dei rischi che sono strettamente correlati al consumo di specifiche tipologie di salumi. Di quali si tratta e quali sono i rischi conclamati.
Salumi, a chi non piacciono? Stanno bene con tutto ed in tutto. Accostarli alla mozzarella, ad insalata e pomodoro fresco, a qualche velo di salsa come la maionese, oppure ridurli a pezzetti per incastonarli in un tortano od in un rustico salato sono quelle scelte in cucina che sanno dare quel tocco in più che ci vuole ad ogni ricetta e ad ogni preparazione.
Molti salumi sono delle prelibatezze tipiche della cucina italiana e di specifiche aree. E sono amati per il loro sapore intenso e la loro versatilità. Prosciutti, salami, mortadelle e pancette sono solo alcune delle diverse varietà disponibili di salumi ed affettati insaccati nel nostro Paese.
Spesso sono utilizzati in antipasti, panini e piatti tradizionali, come detto. Però, dietro alla loro bontà si celano alcuni potenziali rischi per la salute che è importante considerare. Uno dei principali fattori di preoccupazione associati ai salumi è il loro contenuto di grassi saturi.
Questi tipi di grassi, sebbene forniscano energia, possono contribuire all’aumento dei livelli di colesterolo LDL (colesterolo “cattivo”) nel sangue, aumentando così il rischio di malattie cardiovascolari. E come se non bastasse, molti salumi sono prodotti utilizzando grandi quantità di sale, un conservante che non solo aumenta il rischio di ipertensione, ma può anche portare a problemi renali e aumentare il rischio di alcune forme di cancro.
Un altro fattore di rischio è la presenza di conservanti e additivi, come i nitriti e i nitrati, utilizzati per migliorare la conservazione dei prodotti e dare loro un colore attraente. Questi composti, durante il processo di cottura o digestione, possono trasformarsi in sostanze chimiche potenzialmente cancerogene, come le nitrosammine.
Un consumo regolare e abbondante di salumi può essere associato ad un aumento del rischio di sviluppare diversi tipi di tumore, in particolare al colon. Ed ancora, i salumi sono spesso ad alto contenuto calorico, il che può portare a un aumento di peso se consumati in eccesso, contribuendo a problemi di salute come il diabete di tipo 2.
La relazione tra un’alimentazione ricca di alimenti trasformati e rischi per la salute è stata ampiamente studiata e dimostrata da molte ricerche. La cosa migliore da fare è evitare i salumi grassi, come coppa, pancetta, prosciutti e salami classici. E preferire invece le loro versioni magre.
Quindi il prosciutto crudo, la bresaola ed il tacchino affumicato. Tutti quanti loro contengono un quantitativo inferiore di grassi saturi e di calorie. Ma allo stesso modo vanno consumati con moderazione. Mangiarne tutti i giorni, tanto per dire, non fa certo bene alla salute.
Comunque anche questi salumi magri non sono certo privi di sapore. E poi possono offrire un profilo nutrizionale migliore. Ad esempio, contengono spesso una maggiore quantità di proteine, che possono favorire la perdita di peso e il mantenimento della massa muscolare, oltre a essere più sazianti. Questo significa che il consumo di salumi magri può aiutare a controllare l’appetito e a ridurre il rischio di eccedere con calorie vuote.
Per dimagrire e per non andare incontro a possibili rischi, c’è chi ha tagliato di netto il consumo di salumi ed anche di insaccati dalla propria dieta. Ma non è necessario essere così drastici. Fare ricorso alla moderazione sarà sufficiente per farci mangiare queste specialità senza avere niente da temere. Ed alternare salumi magri con altre fonti proteiche come pesce, legumi e carni bianche, insieme a una dieta ricca di frutta e verdura, può fornire un equilibrio ottimale per mantenere una salute eccellente.