Infarti in aumento nelle grandi città italiane: questi i quartieri più colpiti, le cifre sono impressionanti

Vivere nelle grandi città può compromettere la nostra salute? A quanto pare sì. I numeri riguardo gli infarti sono chiari e fanno paura.

In un posto piuttosto che in un altro può fare una differenza enorme per quanto riguarda le possibilità di lavoro, di crescita professionale, di confort, di servizi. La vera differenza sta soprattutto nell’impatto che un certo ambiente può avere sulla nostra salute.

infarti nelle grandi città
Aumentano gli infarti nelle persone che vivono nelle grandi città/Abruzzo.cityrumors.it

I numeri parlano chiaro e dicono ciò che nessuno vorrebbe sentire: chi vive nelle grandi città è molto più a rischio di venire colpito da un infarto. Vivere in città dal respiro cosmopolita come Milano e come la bellissima Roma è sicuramente affascinante ma il nostro apparato cardiaco è sottoposto a sforzi eccessivi continuamente.

Il fattore che impatta maggiormente sulla salute del cuore in modo negativo è l’inquinamento acustico a cui è costantemente sottoposto chi vive nelle grandi città. I rumori eccessivi e continui aumentano il rischio di infarto anche tra le persone giovani. In alcuni quartieri i numeri di persone colpite da attacchi di cuore sono davvero allarmanti.

Vivere in una grande città non fa bene al tuo cuore

Le grandi città – prendiamo come esempio Milano e Roma che sono le città italiane più densamente popolate – ha indubbiamente tanti vantaggi: servizi a tutte le ore, una varietà di negozi inimmaginabile altrove, eventi, locali, svaghi, grandi atenei universitari e opportunità lavorative.

infarto e inquinamento acustico
I livelli di inquinamento acustico delle grandi città aumentano il rischio di infarto/Abruzzo.cityrumors.it

A fronte di tanti pro, ci sono, tuttavia, anche dei contro. I due “contro” principali sono dati dall’inquinamento atmosferico e dall’inquinamento acustico. Quest’ultimo, in particolare, ha un impatto devastante sulla salute del nostro cuore e questo sta facendo aumentare in misura preoccupante il numero di infarti che si registrano anche tra soggetti con meno di 50 anni.

Recenti studi hanno messo in luce che ogni aumento di 10 decibel (dBA) di rumore – soprattutto rumore notturno – è associato a un incremento del 25% del rischio di eventi cardiovascolari come infarti e ictus indipendentemente da altri fattori come il fumo o l’inquinamento atmosferico.

Chi vive in città come Roma e Milano, dunque, rischia molto di più di chi vive in città piccole e poco trafficate. Le rilevazioni più recenti hanno, infatti, dimostrato che  il livello medio di rumore in molte zone di Roma e Milano supera i 60 decibel. I quartieri con un inquinamento acustico più massiccio sono  San Giovanni e Trastevere a Roma: qui si registrano picchi di rumore notturno che possono arrivare a 70-75 decibel, molto al di sopra dei livelli considerati sicuri.  A Milano, invece, i quartieri più rumorosi sono la zona di Corso Buenos Aires e i Navigli. 

Che cosa possiamo fare per non compromettere la nostra salute? Noi privati cittadini, in realtà, possiamo fare molto poco. Sarebbe opportuno un intervento da parte delle amministrazioni comunali per l’installazione di barriere antirumore, l’adozione di pavimentazioni fonoassorbenti e il potenziamento del trasporto pubblico per ridurre il numero di veicoli in circolazione.

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