C’è un rischio molto diffuso che riguarda la presenza di allergeni non dichiarati, anche nonostante i controlli. La scoperta emersa dopo un test.
Allergeni non dichiarati, questa è una delle cause più frequenti di richiamo alimentare. La Grande Distribuzione Organizzata si dimostra molto sensibile alla cosa, e del resto ci sono ogni mese dei comunicati che fanno riferimento alla cosa. E che culminano proprio con il togliere il più presto possibile dagli scaffali dei punti vendita preposti le unità coinvolte in casi del genere. Dalla presenza di allergeni non dichiarati negli alimenti possono sorgere delle conseguenze anche gravi, come il manifestarsi di shock anafilattici.

Subire una situazione del genere, per chi ne è a rischio, può avere persino dei risvolti fatali. Non a caso negli ultimi due anni non sono mancati dei casi estremi. Ciò è successo per colpa della presenza di ingredienti allergeni in alimenti dove non avrebbero dovuto trovarsi. Ed evidentemente i controlli previsti a norma di legge sono stati compiuti a loro tempo in maniera non accurata. O peggio ancora, magari non sono stati affatto compiuti. E di questo parla ora il risultato di una inchiesta che ha dei risvolti gravi.
Quando l’allergia diventa pericolosa?
Alla luce di ciò, non basta per i consumatori il consultare la lista degli ingredienti sul retro dei vari prodotti. Ci potrebbe sempre essere il rischio di entrare in contatto con dei potenzialmente letali, ed anche se non fosse comunque nocivi per la salute, allergeni negli alimenti scelti. Una analisi compiuta nel 2024 in Germania e che si era svolta su 2022 campioni estrapolati da altrettanti alimenti di vario tipo si era chiusa con un risultato che ha sbigottito i suoi stessi autori.

Infatti era emerso che la pratica di non dichiarare la presenza di allergeni degli alimenti, od anche solo di non farlo con precisione e nel dettaglio, ha riguardato il 10% di essi. E su poco più di duemila prodotti, il 10% rappresenta comunque una percentuale grossa, di ben 202 prodotti esposti direttamente alla vendita. Persone soggette ad allergie alimentari potrebbero acquistare suddetti articoli alimentari e subire tutte le conseguenze del caso.
Ed ancora, il test ha visto delle analisi su anche 241 campioni dichiarati apertamente come “senza glutine”. Scoprendo però che 17 di essi delle tracce di glutine ne contenevano. A risultare più a rischio sono stati, in generale, gli alimenti non confezionati, di produzione artigianale o provenienti dalla ristorazione. Quelli confezionati in genere sono ritenuti meno salutari e di qualità minore. Ma almeno in questo caso possono contare su una filiera di controlli più efficace.
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Quali sono le allergie alimentari più diffuse?
Quali sono le allergie alimentari più frequenti? In assoluto quella al glutine, a latte e derivati ed alle uova. Poi c’è pure quella al frumento, che si trova in particolar modo in alimenti privi di specifiche indicazioni.

Ed esistono anche quelle pesce e crostacei: una delle allergie più gravi e diffuse, in particolar modo in età adulta.
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Poi c’è l’allergia al cacao, quella alla frutta a guscio, come noci ed arachidi, comune specialmente tra i più piccoli. E quelle alla soia, al grano, ai legumi, a semi di sesamo e persino a frutta fresca come le fragole, e verdure. In caso di manifestazioni da contatto diretto con allergeni, si consiglia di allertare subito il proprio medico di base o di recarsi immediatamente al pronto soccorso.