La tragedia di Gioele

La morte del piccolo Gioele, il bimbo di 2 anni caduto dal trattore guidato dal nonno, ha scosso non solo la comunità di Canzano, ma un’intera regione. Una storia difficile da commentare che vede, purtroppo, due vittime.

La prima il bambino che cadendo ha battuto due volte la testa morendo praticamente sul colpo. La seconda il nonno. Un uomo distrutto dentro, che dovrà probabilmente convivere con quel rimorso che lo perseguiterà per tutta la vita. E non sono stati pochi quelli che gli hanno puntato il dito contro.

“Ma come è stato possibile che portasse con sé il bambino”, “un vecchio irragionevole”, “un nonno irresponsabile”. Questi i commenti più frequenti in questi giorni. Dal mio punto di vista ritengo che l’anziano non vada in alcun modo condannato. E’ stata una tragedia. Punto!

Quanti di noi hanno avuto la fortuna di conoscere e di avere un nonno amorevole che non vedeva l’ora di prenderci in braccio e di portarci in giro? Parlo ora per esperienza personale. Ho avuto un nonno contadino. Quando ero piccolo e negli anni successivi, quando iniziai ad andare a scuola, appena scattavano le vacanze estive o quelle natalizie correvo dai mie nonni, in campagna. E non c’era giorno che non andassi con lui sul trattore, sulle sue gambe, tra le sue braccia.

La stessa cosa ha fatto il nonno di Gioele per quel bambino tanto amato. Accusare l’anziano di irresponsabilità non è giusto. E’ stata una tragedia. Vero, il bambino non doveva stare sul trattore. Ma la vita a volte ti pone dinanzi a situazioni fatali, come quella che si è consumata nei giorni scorsi.

Altro dibattito che si è aperto sulla morte di Gioele ha riguardato i mass media per la pubblicazione della foto del piccolo. Cityrumors questa volta ha scelto di non pubblicarla, mentre in altre situazioni abbiamo proposto ai nostri lettori le foto di bambini rimasti uccisi tragicamente. Sono scelte che si fanno all’interno di una redazione ma che non hanno nulla a che fare con la deontologia.

I giornalisti hanno vari codici deontologici (ad esempio la Carta di Treviso che impone regole a tutela delle fasce più deboli, come i minori). Nel caso di una morte violenta non c’è un divieto per la pubblicazione della foto del minore. Si racconta un fatto a corredo del quale viene pubblicata la foto della vittima.

Altri giornali hanno pubblicato quella del piccolo Gioele. E’ stata fatta, anche in questo caso, una scelta. Che non può essere criminalizzata. Certo, non condivisibile per alcuni, ma non da condannare. Anche perché i conti molto spesso si fanno con la propria coscienza.

Lino Nazionale

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