L’Abruzzo è la prima regione appenninica a dotarsi del sonar RECCO. Un obiettivo condiviso con tutte le istituzioni che compongono il tavolo sulla sicurezza in montagna, all’indomani della tragedia del Velino in cui persero la vita i quattro escursionisti avezzanesi a causa di una valanga.
Oggi la presentazione della nuova dotazione strumentale, a L’Aquila a Palazzo Silone, alla presenza del presidente della giunta regionale Marco Marsilio, dell’assessore al bilancio e aree interne Guido Quintino Liris, del presidente del soccorso alpino Abruzzo, Daniele Perilli e del direttore dell’Agenzia di Protezione civile, Mauro Casinghini.
“L’Abruzzo diventa così un riferimento nazionale – ha commentato l’assessore alle aree interne, Guido Quintino Liris – Quella tragedia immane doveva partorire un fiore, qualcosa di positivo. Ci impegnammo dopo la triste vicenda ad istituire un tavolo permanente sulla sicurezza, da qui l’idea di dotarci di un sonar. Una giusta intuizione di cui siamo orgogliosi che ci ha portato ad essere oggi la capitale per la sicurezza in montagna, della dorsale appenninica nel centro Italia, coinvolgendo un gran numero di appassionati escursionisti che ogni anno frequentano le nostre montagne abruzzesi in una splendida natura incontaminata”.
Il rilevatore Recco trasportato da un elicottero, può individuare un segnale a 80 metri di distanza. Ma anche il rilevatore leggero, che si usa a mano, ha una portata importante. Il sistema svedese non è un’alternativa all’ARTVA, il trasmettitore che consente a chi lo indossa di essere individuato sotto la neve e di cercare un compagno di escursione sepolto. Molti modelli recenti di ARTVA includono un’antenna Recco, e facilitano il ritrovamento di uno scialpinista o di un escursionista anche attraverso il sistema svedese. Il rilevatore è un trasmettitore-ricevitore che emette un segnale direzionale da un’antenna. Se il segnale colpisce un riflettore, viene ritrasmesso verso il rilevatore e convertito in un impulso audio, il cui volume è proporzionale all’intensità del segnale ricevuto. Il segnale passa facilmente attraverso aria, neve asciutta e ghiaccio. L’acqua liquida invece lo assorbe. Nelle stagioni calde, quando la neve è bagnata, la portata del rilevatore diminuisce.
“In Italia, fino a oggi – ha spiegato il Presidente Marsilio – esistono tre rilevatori Recco SAR da elicottero, con base ad Aosta, a Trento e a Bolzano. Avere a disposizione il sonar Recco è una grande risorsa per l’Abruzzo, dopo Valle d’Aosta e Trentino. Da oggi abbiamo a disposizione questo importante strumento che consente la ricerca di persone sia sotto la neve che in superficie. Uno strumento ad alta tecnologia, per una maggiore sicurezza e prevenzione tra le nostre montagne” .
Il Soccorso Alpino e Speleologico d’Abruzzo ha annunciato i dati degli interventi del 2020: aumentati rispetto all’anno precedente di circa il 30%; mentre il numero delle persone soccorse è cresciuto del 40% (dati relativi a n.8 mesi di attività su 12 rispetto all’anno precedente causa Covid-19).
Il nuovo sistema funziona in modo ottimale se il disperso ha addosso una piastrina, un’antenna con incorporato un diodo, che costa poche decine di euro. Oggi numerosi modelli di sci, giacche scarponi, zaini e caschi hanno la piastrina già incorporata.
Se non c’è la piastrina Recco, i rilevatori possono individuare oggetti elettronici come un telefonino o le chiavi dell’auto, anche se sono ormai scarichi. Anche gli oggetti di metallo producono un’interferenza rilevata dal sistema, ma il segnale è molto più debole.
Il sistema svedese non serve solo in caso di valanga. In Nordamerica e in Scandinavia, da anni, viene usato con successo per individuare dispersi in zone rivestite da foreste, non coperte da segnale per i telefoni cellulari. E’ utile ricordare che il business della Recco consiste nel produrre e vendere le piastrine mentre i rilevatori (manuali e da elicottero) vengono dati in comodato d’uso gratuito.