Cibi etnici: metà dei ristoranti controllati presentano irregolarità. Controlli dei Nas anche in Abruzzo

Cibi scaduti, scongelati e ricongelati, mancato rispetto delle norme igieniche, etichette incomprensibili, importazioni vietate.

 

Ben vengano le cucine etniche, a tutti piace il sushi, ma “all you can eat” non può fare rima con rischio di intossicazione alimentare: le regole valgono per tutti. Non si mette a rischio la salute dei cittadini con pratiche illegali per mantenere i prezzi stracciati. Spesso manca la conoscenza del nostro sistema di regole che è tra i più avanzati a livello mondiale e su questo bisogna lavorare. Grazie ai nostri Carabinieri del Nas che fanno luce su un settore in grande espansione e di grande richiamo soprattutto per le generazioni più giovani. A tutela di tutti sia ben chiaro che etnico non deve far rima con fuorilegge” dichiara il ministro della Salute, Giulia Grillo.

Nell’ambito di una consolidata strategia dei controlli volti a garantire la sicurezza alimentare a tutela della salute del consumatore, principale compito istituzionale, di concerto con il Ministero della Salute, il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, nel mese di maggio, ha eseguito mirate verifiche in campo nazionale presso strutture appartenenti alla filiera della commercializzazione e somministrazione di prodotti alimentari etnici, ovvero di produzione e preparazione enogastronomiche essenzialmente riconducibili a culture di Paesi extra europei.

In Abruzzo, in linea con i dati nazionali, sono stati sanzionati 9 ristoratori, su 14 ispezioni, per violazioni penali, sanitarie e amministrative. In 4 casi i NAS di Pescara hanno accertato che la somministrazione degli alimenti era, per qualità, diversa da quella dichiarata al consumatore a cui, spesso, veniva celato l’originario stato fisico “congelato” dei prodotti ittici serviti nei ristoranti e tavole calde (due casi nel teramano, uno nel pescarese e uno nel chietino). Due chiusure per gravi carenze igienico sanitarie nel chietino e nel teramano. Sequestrati e avviati a distruzione kg. 220 di alimenti ittici, privi di tracciabilità. Sanzioni amministrative elevate per un totale di circa 30mila euro per le carenze in tema di igiene, autocontrollo e rintracciabilità.

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