Abruzzo, la Uil Fpl denuncia la situazione critica dell’Arap

L’Unione italiana del lavoro Federazione poteri locali denuncia in un comunicato la situazione debitoria dell’Arap, che metterebbe a rischio i servizi nei nuclei industriali e 120 posti di lavoro.

 

Nel comunicato la Uil Fpl sottolinea come da anni ha evidenziato in solitaria le politiche gestionali improprie dall’Arap, l’Azienda regionale attività produttive della Regione Abruzzo. L’Uil Fpl, al verificarsi di una nuova e dedicata spesa per consulenze ed incarichi (circa 1.400.000,00 € in un solo anno), e all’indomani della procedura di licenziamento collettivo, ha ritenuto opportuno interessare formalmente la Conferenza dei Capigruppo del Consiglio Regionale, la Commissione Regionale di Vigilanza, l’Autorità di Audit e Controllo Ispettivo Contabile della Regione Abruzzo e la Procura Regionale della Corte dei Conti. L’Arap chiede dunque agli attori principali della vicenda di assumersi le rispettive responsabilità, incluso il precedente governo della Regione sia per aver fortemente voluto la nascita e l’avvento dell’ARAP che per la nomina della governance. Inoltre l’Uil Fpl provvederà ad avanzare una richiesta di audizione presso la competente Commissione Consigliare della Regione Abruzzo per ragionare su delle ipotesi di lavoro per una seria ricostruzione dell’Arap.

Si legge nel comunicato: “Con le dimissioni del Presidente motivate da una complessiva situazione di ingovernabilità dell’ente essendo venute meno le condizioni ed i presupposti di corretta gestione delle attività, si vuole sperare che la Regione Abruzzo, in qualità di regista, per la risoluzione della crisi aziendale in auge presso l’Arap, non voglia assoldare il migliore attore sulla piazza al quale far interpretare il ruolo di “tagliatore di teste” , ovvero altrimenti detto “specialista dei licenziamenti” al fine di disfarsi degli “esuberi”. A riguardo, a scanso di equivoci, dovrà essere chiaro a tutti che così come è avvenuto in passato, questo sindacato non si convertirà e non si renderà in nessun modo, e sotto ogni aspetto, complice con la parte datoriale per la commissione di un qualsivoglia misfatto sociale, in quanto ingiusto, ed eticamente discutibile e poco nobile”.

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