Piano Sviluppo Rurale: il turismo in bicicletta può aiutare le attività agricole in Abruzzo

turismobiciclettaCon un contributo al nuovo Piano di Sviluppo Rurale le associazioni FIAB Abruzzesi (PescaraBici, VastoPedale e Legambiente Giulianova), supportate da altre associazioni abruzzesi (Bicincontriamoci Sulmona, Comitato Mobilità Sostenibile Marsicana, Ciclisti Anonimi Pescaresi, Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano, Salvaiciclisti Montesilvano) hanno sottolineato l’opportunità di inserire nella priorità 6 del PSR incentivi per il turismo in bicicletta in ambito rurale.

In Italia esiste già una rete di strutture agrituristiche dedicate ai ciclisti, gli Agribike, e oltre 1.000 strutture aderenti alla rete Agriturist offrono vacanze in bicicletta.

Il mercato del cicloturismo in Italia è stimato intorno ai 2 milioni di persone e l’Italia è al terzo posto fra i paesi più richiesti dopo Germania e Austria: la bicicletta infatti è considerata un modo dolce e alternativo per godere di un territorio come il nostro di per sé ricco di attrattività. In Europa i ciclisti più numerosi sono i Tedeschi, seguiti da Austriaci e Olandesi, ma un po’ in tutta Europa, anche grazie a politiche nazionali tese all’incentivo del cicloturismo (nonché della ciclomobilità), il mercato è in costante crescita. In Italia, contrariamente a quanto avviene negli altri paesi, non esiste una vera e propria rete cicloturistica nazionale ufficiale; sono invece presenti, molti ancora in fase di attuazione, percorsi ciclabili regionali, provinciali e comunali. Ciò è dovuto alla legge (L.366/1998) che regola le norme per il finanziamento della mobilità ciclistica, che non contempla un piano ciclistico nazionale, ma che prevede che siano le regioni a redigere i piani di riparto dei finanziamenti per la mobilità ciclistica e per la realizzazione di reti di percorsi ciclabili integrati. Tali piani vengono poi realizzati sulla base di progetti presentati da comuni e province. L’Abruzzo si è dotato della L.R. 8/2013 che prevede che la Regione pianifichi una propria rete ciclabile regionale, collegata alla rete Bicitalia (www.bicitalia.org), a sua volta collegata alla rete ciclabile di rilevanza europea Eurovelo (www.eurovelo.org). In Italia l’uso della bicicletta come pratica sportiva l’Italia è al quinto posto, mentre si attesta intorno al 4% l’uso di chi adopera abitualmente la bicicletta come modalità di trasporto (si va dal 7% delle grandi città al 13-16 % dei centri medi e piccoli), con un trend in crescita, come del resto in tutta Europa. Basti pensare che la Germania conta entro il 2020 di fare del traffico ciclabile il 20% del totale dei trasporti. Uno studio dell’Unione Europea stima che nel 2012 l’impatto economico del cicloturismo in Europa sia stato di circa 44 miliardi di €, generati da oltre 2 milioni di viaggi e 20 milioni di pernottamenti. Nella sola Germania il cicloturismo ha generato, nel 2012, 9 miliardi di euro di fatturato, mentre in Francia 2 miliardi di euro. La Francia è inoltre la più importante destinazione per i tour operator che si occupano di cicloturismo, seguita dall’Austria, mentre la maggior parte dei cicloturisti vengono da Germania e Gran Bretagna. Per quanto riguarda l’Italia, uno studio realizzato per la provincia di Trento ha stimato in circa 100 milioni di € all’anno gli introiti turistici generati dai suoi 400 km di piste ciclabili (valore che si avvicina al costo sostenuto per la realizzazione di tali infrastrutture, che dimostrano quindi la possibilità di un rientro molto veloce dell’investimento). Per stimare il valore del cicloturismo in Italia è possibile applicare il dato di Trento, opportunamente ridotto del 25% per prudenza, ai circa 17mila km di piste ciclabili nazionali previste dalla rete Bicitalia. In questo modo si ottiene un valore potenziale del cicloturismo italiano di circa 3,2 miliardi di euro.

Attualmente quasi mezzo milione di turisti visita l’Italia in sella a una bici e spesso soggiorna in una delle oltre ventimila aziende agrituristiche del Paese. Nel 2013 sono arrivati in bici oltre 450 mila turisti e di questi il 42% solo dalla Germania, il paese con il più alto numero di cicloamatori (se ne contano 2,5 milioni secondo i dati della Borsa del Turismo Sportivo) e dove il fenomeno è cresciuto negli ultimi due anni del 15%.
Occorre però, sottolineano le associazioni, fare rete tra le varie aziende e realizzare percorsi cicloturistici, anche riutilizzando la viabilità rurale, con apposita segnaletica, incentivando la riconversione delle strutture agrituristiche, ma anche delle aziende agricole in generale, in strutture “bike friendly”, con pochi accorgimenti ed un costo minimo.

Adesso tocca alla politica fornire una risposta, visto che l’assessorato all’agricoltura, guidato da Dino Pepe, comprende anche la delega al cicloturismo. Il completamento del progetto Bike to Coast va necessariamente implementato con reti di percorsi verso l’interno, che innervino le colline e uniscano le aree costiere alla montagna. Le proposte sono state lanciate, ora si aspettano le risposte.

 

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