Agricoltura Abruzzo, nuovo botta e risposta D’Alessandro e Pepe vs Febbo

D’ALESSANDRO: “IL PERSONALE DELL’AGRICOLTURA SUI TERRITORI NON SI TOCCA”

“Il personale dell’agricoltura sui territori non si tocca. Questa è la decisione assunta in sede politica, ovvero l’indirizzo dato, anche in ragione del fatto che arriverà personale dalle Province. Il trasferimento alla sede di Pescara riguarderà al massimo poche unità del pescarese”.

Lo afferma Camillo D’Alessandro, coordinatore della maggioranza in consiglio regionale.

“Inoltre – spiega il consigliere regionale del PD – ritengo che le sedi periferiche vadano valutate sul lavoro che svolgono e sui carichi di impegno, ovvero l’utenza e la domanda. Ogni riforma deve partire da qui”.

“Certo – conclude D’Alessandro – appare singolare che i rappresentanti delle presunte vittime, i “sindacati”, si rivolgano al “carnefice” visto che l’implosione dell’assessorato all’agricoltura è iniziata con la chiusura dell’Arssa ad opera di Mauro Febbo”.

FEBBO: ‘D’ALESSANDRO NON AVENDO ARGOMENTI GETTA FANGO SU ALTRI’

“Non avendo argomenti, seri e concreti, l’ex sottosegretario D’Alessandro, oggi Consigliere “risponditore” con deleghe alle repliche, si avvale del solito, stantio e ipocrita motivetto del “colpa vostra” addossando su altri la responsabilità dei disastri causati dalla rivoluzione dalfonsiana che ha coinvolto la Direzione agricoltura”.

E’ quanto dichiara il presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo a proposito delle dichiarazioni di Camillo D’Alessandro.

“…Per quanto riguarda la chiusura degli uffici non sono certo io ad essermela immaginata ma esistono una serie di determine direttoriali le cui ultime in ordine temporale sono la n.82, la n.83, la n.84 del 15 febbraio scorso”.

“Non sa come replicare le denunce che non arrivano solo dal sottoscritto, ormai da mesi, ma anche dalle Organizzazioni Professionali politicamente vicine al centro sinistra e addirittura dalla Cgil oltre che da Cisl: perché non risponde a loro? Resta il fatto che la situazione all’interno degli uffici dell’agricoltura è assolutamente grave con ingenti ritardi di un’attività pesantemente ingessata e non in grado di rispondere efficacemente alle richieste dell’utenza. Perché non risponde sui fondi non spesi dell’ultima programmazione e soprattutto sui ritardi ormai ingiustificati sul nuovo Psr?

Mi auguro davvero che D’Alessandro sia consapevole di cosa stia facendo il suo governo regionale perché c’è il rischio che su di loro cadano le responsabilità di un disastro che l’Abruzzo e il suo comparto agricolo non possono davvero permettersi”.

L’INTERVENTO DI DINO PEPE

L’Assessore regionale alle Politiche Agricole, Dino Pepe, interviene in merito alla corrente riorganizzazione del personale regionale del Dipartimento.

“La Delibera di Giunta regionale n.776 del 19/9/2015 con la quale è stata disposta l’assegnazione di personale ai dipartimenti della Giunta – spiega l’assessore Pepe – ha previsto che il contingente complessivamente assegnato al Dipartimento Politiche dello Sviluppo Rurale e della Pesca fosse inferiore a quello attualmente vigente.

Per concretizzare tale opera di riduzione del personale assegnato – prosegue Pepe – è stato attivato un procedimento graduale, che ha previsto una prima fase di ricognizione delle risorse, dalla quale è emerso che alla data del 1.02.2016, esperita la mobilità volontaria e maturati alcuni pensionamenti, rimanevano incardinati nel Dipartimento 393 dipendenti a fronte del contingente previsto pari a 320 unità.

Pertanto si è provveduto successivamente ad assumere gli atti di assegnazione che rispondono alle seguenti esigenze e criteri: rendere funzionali tutti i servizi costituiti nella nuova organizzazione, calibrando la distribuzione del personale tra essi quantitativamente e qualitativamente; minimizzare i necessari spostamenti territoriali tra sedi di questo dipartimento, contenendoli dal punto di vista chilometrico e valutando anche la disponibilità di mezzi pubblici.

Effettuata l’assegnazione di 319 unità di personale è stato altresì definito un elenco nominativo di 74 collaboratori eccedentari per eventuali assegnazioni in altro dipartimento. Nelle more, non si è provveduto al loro concreto trasferimento, ma per essi si è disposto il collocamento in alcuni servizi del dipartimento, sui quali possono trovare tuttora attiva utilizzazione, tanto che la loro avulsione potrebbe determinare scompensi nell’azione amministrativa”.

“A questo si aggiunge l’imminente processo di riacquisizione delle funzioni già di competenza provinciale e del relativo personale, percorso che investe in modo peculiare questo dipartimento e che verosimilmente si concluderà in un arco di tempo compreso tra uno e sei mesi.

Pur considerando necessaria e fondamentale la riorganizzazione dell’Ente richiesta dell’Unione Europea e delle Organizzazioni professionali di categoria, per rendere la macchina burocratica più efficiente ed efficace nella risposta alle esigenze dei cittadini – ha sottolineato l’Assessore Pepe – l’intento è quello di congelare l’attivazione di questo processo di mobilità d’ufficio in quanto il percorso di riorganizzazione interno si interseca inevitabilmente con quello delle province e sarebbe pertanto ragionevole ed opportuno produrre un intervento di mobilità d’ufficio una sola volta e sui numeri finali, cercando quindi di conservare il massimo delle unità attraverso un percorso sostenibile di compensazione tra i dipendenti regionali e quelli provinciali”.

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