Tortoreto. Ha atteso in silenzio, senza rilasciare dichiarazioni, che fosse anche superato il passaggio delle elezioni provinciali.
Nel frattempo, tra prese di posizioni e dichiarazioni pubbliche, il circolo di Fratelli d’Italia, a Tortoreto, è stato commissariato.
Ora, però, Claudio Seccafieno, che ha guidato il partito di Meloni nella cittadina costiera negli ultimi 13 mesi, fornisce la sua ricostruzione. Dettagliata, dall’inizio, e dalle dinamiche che hanno poi partorito alcune decisioni.
“Alla data del mio insediamento”, sottolinea Claudio Seccafieno, “il partito a livello locale era praticamente inesistente e il solo esponente presente in consiglio comunale (il consigliere Massimo Figliola, ndr) si esprimeva con una dialettica antitetica alla mia :“ FDI a Tortoreto potrà fare eleggere al massimo un consigliere , quel consigliere sono io, perciò non desidero che si faccia alcun cambiamento a livello locale “.
“Nel ribadire che questo sarebbe stato valido con un partito di opposizione al 2 % ma le aspettative a livello nazionale ci stavano proiettando verso una nuova forza di governo con almeno il 16% e quindi con ambizioni di una rappresentanza locale adeguata all’interno della quale si poteva valutare anche la sua presenza, rimarcavo la richiesta di una linea di apertura”.
In pratica, la nomina di Seccafieno era stata legata alla volontà di acquisire visibilità, allargare i consensi avvicinando le persone di destra e dunque “aprire” il partito.
“Dopo tutti questi mesi di un ottimo lavoro di collaborazione con il gruppo che si era riconosciuto in questa nuova realtà”, prosegue l’oramai ex coordinatore di Fratelli d’Italia, “in occasione dell’allontanamento del principale garante di questo accordo per un incarico non compatibile con responsabilità di partito, la direzione provinciale ha invertito la rotta con una involuzione di tipo feudale intimando al circolo di Tortoreto di pronunciarsi pubblicamente con una scelta imposta e non condivisa”.
Il nodo del contendere riguardava l’appoggio, incondizionato, alla candidatura bis del sindaco Domenico Piccionii.
”Ho ritenuto consequenziale agli impegni presi con cittadini tesserati, di assoluta condivisione delle scelte future ,portare a conoscenza di questo imperativo per approvare o rifiutare questa imposizione”, aggiunge.
”Il risultato evidente è stato che, rimanendo coerenti con la speranza di dialogo con tutti i componenti del centrodestra tortoretano, politico, associazionistico e di categoria, si rifiutava questa imposizione nostalgica del 2% che di fatto allontanava il partito provinciale dai nostri orizzonti futuri.
La mia comunicazione alla direzione provinciale è stata chiara e senza possibilità di malintesi.
Con una decisione assolutamente legittima la direzione provinciale prendeva atto del nostro allontanamento formalizzando il commissariamento di tutto il circolo di Tortoreto accentuando la frattura ma con il preciso intento di salvaguardare il consigliere (Figliola, ndr) , spalleggiato ora dal nuovo inserimento dell’assessore in pieno appoggio all’attuale amministrazione (Giorgio Ripani, ndr), opponendo quindi un netto rifiuto a quel dialogo da sempre cercato dai cittadini elettori.
Mi sembra innegabile che ci sentiamo motivati ed entusiasti per le parole di Giorgia Meloni ma nei fatti traditi da esecutori del suo programma così disattenti delle realtà locali con motivazioni opportunistiche”.