Nella mattinata di sabato 9 aprile 2022, la Federazione provinciale di Teramo del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea ha organizzato un presidio – conferenza stampa in Largo San Matteo a Teramo, davanti alla sede della Prefettura e in concomitanza con il mercato settimanale, per esporre le proprie posizioni a sostegno della pace, contro Putin e contro la Nato e per protestare contro l’aumento delle spese militari.
I militanti di Rifondazione, con il Segretario provinciale Mirko De Berardinis, hanno organizzato così una protesta pubblica effettuando un volantinaggio ed allestendo striscione e manifesti con su scritto: “Contro tutte le guerre, fuori l’Italia dalla Nato, fuori la Nato dall’Italia, no al riarmo, stop spese militari”.
“Siamo scesi in piazza a Teramo – ha dichiarato il Segretario De Berardinis – per condannare l’invasione russa dell’Ucraina ma anche l’espansionismo della Nato che ha deliberatamente prodotto un’escalation irresponsabile. Condanniamo la decisione del governo Draghi e del parlamento italiano di inviare armi, missili e bombe in Ucraina ed introdurre ogni giorno nuove sanzioni che non fanno altro che inasprire ed alimentare il conflitto, aumentando il numero delle vittime. Siamo di fronte alla palese violazione del “ripudio della guerra” sancito dall’articolo 11 della nostra Costituzione. Bisogna fermare le armi e riprendere la strada della diplomazia, della mediazione e della trattativa secondo il diritto internazionale, tornando al rispetto degli accordi di Minsk con il riconoscimento dell’autonomia delle regioni russofone in un’Ucraina neutrale e demilitarizzata”.
“Critichiamo fortemente il governo Draghi e tutte le forze che lo sostengono, in primis il PD che è oggi il partito più guerrafondaio nello scenario politico ma anche la finta opposizione di Fratelli d’Italia, per la loro comune decisione di trascinare il Paese in guerra e di aumentare ancora le spese militari. Hanno infatti scelto di stanziare 38 miliardi per il bilancio della “difesa”, cioè 13 miliardi in più rispetto ai 25 già spesi, come richiesto dalla Nato. Quindi l’Italia spenderà ben 104 milioni di euro al giorno per le spese militari: una vera e propria follia! Mentre i salari e le pensioni sono bloccate, il carovita galoppa e le bollette aumentano in una crisi sociale sempre più diffusa – ha aggiunto De Berardinis – questi guerrafondai spendono le nostre risorse pubbliche per armi e guerre. Noi chiediamo invece di destinare tutti questi soldi alla sanità pubblica, alla scuola, alla ricerca e per sostenere lavoratrici e lavoratori precari, i pensionati e i giovani disoccupati”.
E conclude: “Siamo contro la guerra, senza sè e senza ma. Lo eravamo quando la Nato bombardava la Serbia per imporre l’indipendenza del Kossovo e lo siamo oggi che la Russia di Putin invade l’Ucraina in nome dei diritti delle popolazioni russe del Donbass. Rifiutiamo la propaganda di guerra con cui – per l’ennesima volta dopo Iraq, Jugoslavia, Afghanistan, Libia, Siria – si sta manipolando l’opinione pubblica. Non ci arruoliamo e non mettiamo l’elmetto della Nato in testa. L’UE e l’Italia hanno scelto di accodarsi agli USA e alla Nato invece di svolgere un ruolo di pace e mediazione. Rifondazione Comunista invita tutta la cittadinanza a mobilitarsi per costringere i governi a scegliere la via della pace e del disarmo. Siamo al fianco di quanti in Ucraina e in Russia chiedono di fermare la guerra e il nazionalismo. Gli ideali dell’internazionalismo socialista e comunista continuano ad essere la nostra bussola, in un mondo che il capitalismo precipita di nuovo nella guerra”.