Il capogruppo in consiglio comunale a Teramo del Movimento 5 Stelle, Pina Ciammariconi, torna a parlare di ricostruzione.
“Teramo come l’Aquila? Nel capoluogo regionale, a dieci anni dal sisma, la ricostruzione pubblica è ancora al palo. La nostra città, che già non brilla per i numeri delle pratiche relative agli alloggi privati, sta facendo registrare i risultati peggiori proprio nel campo degli immobili ATER – sottolinea – Possiamo affermare che l’USR, dopo l’avvicendamento ai vertici, sta iniziando ad avere il giusto passo nell’approvare le pratiche, pubbliche e private, che arrivano sui tavoli dei suoi tecnici. La situazione non potrà che migliorare, quando di qui a settembre, il personale sarà ulteriormente incrementato”.
E ancora: “Un consistente numero dei 57 studi di fattibilità che l’ATER aveva inviato agli Uffici Speciale della Ricostruzione ha già ottenuto il nulla osta ed è stato quindi rimesso alla stessa ATER, che avrebbe dovuto attivarsi per il passo immediatamente successiva, il bando di gare per l’individuazione dei progettisti. Ed è in questa fase che, misteriosamente, tutto si ferma. Ad oggi, all’Albo pretorio dell’ente, solo per tre immobili risulta essere stata espletata la gara per l’affidamento delle progettazioni. Speriamo ovviamente di essere smentiti e che il dato riportato nell’albo, semplicemente, non sia stato aggiornato. Ma sicuramente non sarà molto diverso da quello che conosciamo. Tale numero certifica un immobilismo preoccupante. Possiamo parlare di un vero e proprio imbuto, una strozzatura nella filiera che dovrebbe portare i cittadini a tornare nelle proprie abitazioni in tempi ragionevoli. Vorremmo chiederci il perché di tale situazione, dato che, tra Codice degli Appalti e Decreto SbloccaCantieri, gli strumenti idonei per accelerare ci sono tutti. In particolare, lo SbloccaCantieri, prevede una ulteriore semplificazione delle procedure, dato che, per esempio, per importi al di sotto di 40.000 euro, è possibile individuare direttamente il progettista. La cifra non tragga in inganno, 40.000 euro di oneri professionali significa lavori di importo 8-10 volte superiori. Insomma, buona parte degli interventi potrebbe essere affidata con tale proceduta, che assicura notevole speditezza”.
E conclude: “Siccome, l’individuazione del progettista è solo un piccolo step del complesso iter che porta alla fase di esecuzione dei lavori, procedendo con il contagocce, è facile prevedere che passeranno anni prima che gli alloggi siano pronti. Chiediamo con forza ai vertici dell’istituto un deciso cambio di passo. Lungi da noi quindi la volontà fare polemica. Quella la lasciamo ai rappresentanti delle istituzioni che ancora non hanno capito che solo con una collaborazione tra i diversi livelli della governance, i risultati possono arrivare. Il nostro intervento va letto esclusivamente come sprone a fare meglio su di una problematica specifica”.