Si è svolto ieri sera, al Parco della Scienza, il primo incontro convocato dall’amministrazione comunale con comitati di quartieri e fazioni, ispirato dalla scelta, annunciata nel programma elettorale del sindaco D’Alberto, di avviare i processi di partecipazione e coinvolgimento dei cittadini nelle scelte dell’amministrazione Comunale.
L’incontro, al quale ha partecipato il Sindaco, è stato presieduto dall’assessore competente Sara Falini e dai consiglieri Lanfranco Lancione e Massimo Speca, i quali all’interno della commissione comunale Affari Generali, stanno producendo un attento lavoro proprio sui temi della partecipazione e del coinvolgimento.
L’incontro è stato utile per indicare ai presidenti di comitati e quartieri il percorso già intrapreso, che procede lungo due binari paralleli: da un lato le opportunità che già hanno visto il coinvolgimento di cittadini e rappresentanti consultati per l’assunzione di decisioni, dall’altro gli appuntamenti come quello cui si è dato vita ieri sera, durante i quali l’amministrazione cerca un confronto leale, aperto e franco; un punto di partenza: “Non vogliamo ripetere l’errore di chi ci ha preceduto nel fare annunci, qualche tentativo di coinvolgimento e poi lasciare tutto incompiuto”, ha detto l’assessore Falini.
Ovviamente, microfono aperto per gli interventi dei vari partecipanti, i quali, nel generale apprezzamento dell’attività avviata dall’amministrazione, non hanno poi mancato di elencare da subito le criticità e le difficoltà dei quartieri e delle frazioni: condizioni delle strade, manutenzione del verde, trasporto urbano ed altro ancora; sono state così implicitamente poste le basi per formulare la piattaforma di lavoro, sebbene la partecipazione contempli anche un coinvolgimento meno parcellizzato.
Non a caso, gli amministratori hanno poi provato a concentrare la discussione sul ruolo e le modalità di costituzione di organismi come consigli di quartiere e consigli di frazione e di come questi debbano rapportarsi con essa.
Come ribadisce il Sindaco: “Noi intendiamo cambiare approccio e metodo per ciò che riguarda la partecipazione. Perché il rischio è che essa diventi una parola abusata, una espressione con cui ci si ammanta di modernismo e distinzione democratica, per poi realizzare attività di facciata, senza dare ad essa reale compimento. Noi intendiamo mettere realmente in pratica la partecipazione, che sappiamo benissimo non può essere attuata senza i protagonisti del territorio. Sono consapevole del fatto che non esiste un modello precostituito ma è anche vero che esistono sistemi che possono essere adattati al territori. Ecco perché non abbiamo intenzione di entrare a gamba tesa, di essere prevaricanti sulle aggregazioni che già operano ma intendiamo riconoscere ciò che già esiste e si muove nelle realtà locali, anche perché ha svolto un importante ruolo fino ad oggi. Intendiamo coinvolgere i rappresentanti e vogliamo interloquire con essi,garantendo la massima rappresentatività ed espressione. Il principale compito è proprio questo, e attueremo i propositi, muovendoci da subito su due binarti operativi: la priorità della sede, perché un luogo dove ritrovarsi è il luogo della democrazia e il baratto amministrativo, attività per la quale l’amministrazione si sta già muovendo e che ha necessità di individuare i soggetti interlocutori. Noi vogliamo ascoltare i quartieri e le frazioni e le stesse associazioni che hanno competenze su temi specifici, perché abbiamo intenzione di riconoscere in loro gli interlocutori primari con i quali formulare elementi per poi assumere le decisioni. Da ultimo voglio dire che il principio della partecipazione non si esaurisce nel solo confronto con i comitati ma anche con tutti gli altri organismi che operano nelle realtà locali: consulte, organizzatori di dibattiti ed altre ancora; tutti importanti e con i quali vogliamo fare della partecipazione qualcosa di reale, concreto, diretto. Quello di ieri è stato solo il primo di una serie di incontri che andremo a svolgere nei prossimi mesi, taluni anche tematici e che serviranno appunto ad attuare quel processo di democrazia partecipata di cui tanto si parla ormai dappertutto ma che ha davvero necessità di essere realizzato con pratiche e comportamenti”.