“Non c’è stato d’animo peggiore della disillusione, soprattutto quando a cagionarla sono promesse non mantenute su questioni di una certa rilevanza sociale. Nelle specifico, ci stiamo riferendo alla mai troppo discussa situazione degli sfollati delle palazzine ATER del Comune”. A dirlo il consigliere comunale, Pina Ciammariconi di Teramo.
“Dopo ritardi e false partenze, dopo anni di attesa, che per i non giovanissimi inquilini degli immobili hanno un peso piuttosto significativo, ad inizio estate sembrava davvero che qualcosa si stesse muovendo. Per le quattro palazzine gemelle di Via Giovanni XXXIII i vertici ATER annunciavano finalmente la redazione di un avveniristico progetto architettonico, il cui iter avrebbe dovuto essere seguito da un RUP di nuova nomina. Sembrava tutto pronto per far partire i lavori. Bastava soltanto che gli inquilini sgomberassero in fretta gli appartamenti da arredi, oggetti, suppellettili varie ancora presenti negli stabili. I mesi sono passati, dall’estate si è entrati in autunno e l’unico segnale di vita è la nomina del nuovo RUP. Delusione profonda per i proprietari”.
“Stessa sorte è toccata agli inquilini degli immobili siti in Via Balzarini. Tantissime erano le problematiche emerse dalle loro segnalazioni, che noi abbiamo provveduto per quanto possibile a rendere pubbliche, dalla presenza di un cantiere che interferisce con gli alloggi, all’avvistamento ricorrente di ratti, all’eccessiva distanza dalla fermata dell’autobus urbano. Criticità che avevano sollecitato un sopralluogo del primo cittadino e della presidente ATER, Maria Ceci. Alla visita erano seguiti proclami, e le immancabili promesse di presa in carico della situazioni. Inutile dirlo, ma da quel 3 agosto 2021 nulla è cambiato e l’inizio della scuola ha visto piccoli studenti percorrere tragitti ancora troppo lunghi per raggiungere le fermate. La situazione, con il brutto tempo, renderà tutto ancora più difficile”.
E ancora: “Che dire poi della questione dell’immobile assegnato a Piano della Lenta a due anziani coniugi senza l’eliminazione di barriere architettoniche, in particolare dell’ascensore? Rimpalli di reponsabilità e promesse di attivazione dell’ascensore in questione si sono inseguiti per mesi (155 interminabili giorni), in un poco edificante teatrino. Anche in questo caso, tutto è fermo, nonostante, ancora una volta, le garanzie che tutto si sarebbe risolto in breve tempo. Le storie sopra esposte hanno come comune filo conduttore una serie mai mantenuta di promesse, e non possiamo non pensare a quanta disillusione, a quanta rabbia abbiano provocato in chi, una volta di più, aveva deciso di fidarsi della parola degli amministratori della cosa pubblica. E proprio a loro vorremmo ricordare che nelle varie tappe della vita, ci si pone in modo diverso rispetto “ai tempi”… col passare degli anni si ha come la sensazione che “il tempo” appunto, cominci a sfuggire di mano, che non è eterno. Di conseguenza cambiano anche le aspettative e la pazienza. Se si promette ad uno sfollato ottantenne che nel giro di due o tre mesi rientrerà a casa sua, e lo si fa sapendo di mentire spudoratamente, bisogna essere consapevoli del danno morale che si sta arrecando”.