Sette milioni di euro di perdite negli ultimi cinque anni, un servizio peggiorato, investimenti crollati e spese lievitate.
Queste, in sostanza, le accuse mosse dalla lista civica Teramo 3.0 alla Ruzzo Reti. La civica, di cui è espressione il vicesindaco Maria Cristina Marroni, snocciola gli ultimi bilanci dell’azienda acquedottistica, sottolineandone una gestione fallimentare sotto la presidenza Forlini, “con i quattro bilanci precedenti alla sua presidenza tutti in attivo”.
“Occorre sottolineare che degli ultimi 5 bilanci, tutti approvati durante la presidenza di Antonio Forlini, ben tre hanno fatto registrare perdite di esercizio e solamente due hanno registrato utili: i due bilanci in positivo hanno però evidenziato piccolissimi utili mentre i tre bilanci in negativo hanno sommato 7 milioni di euro di perdite – dicono dalla civica – Ci risulta infatti che la nuova pianta organica aziendale sia stata approvata pochi giorni or sono dal CdA, ma sembrerebbe che tale dotazione di personale sia totalmente difforme, sia per entità numerica che per qualità, rispetto al modello organizzativo delineato nel Piano d’Ambito. Con specifico riferimento al costo del personale aziendale, sembrerebbe che la tariffa vigente remuneri una spesa enormemente inferiore rispetto a quella reale, laddove il Piano d’Ambito prevede circa 9,5 milioni di euro annui a fronte di una spesa che per l’anno solare 2017 si sarebbe attestata sui 13 milioni di euro, con un ingiustificabile sforamento di 3,5 milioni.
“Ulteriore preoccupazione desta la decisione recente di assumere ben due dirigenti, peraltro con contratto a tempo determinato sebbene di lunghezza anomala pari a 5 anni (quando la legge prevede un massimo di 3 anni per tali contratti a tempo determinato). Perplessità emergono in riferimento anche all’entità dei compensi dei due nuovi dirigenti, cioè a dire stipendi notevolmente maggiori rispetto al minimo di settore: il minimo è di circa 63.000 annui, ma i compensi dei due nuovi dirigenti è stato stabilito in euro 95.000 annui. A ciò si aggiunga che, nonostante le recentissime assunzioni dirigenziali, il dirigente Stirpe è stato da pochi giorni destinatario della attribuzione di due ulteriori deleghe, in precedenza svolte gratuitamente da due figure professionali interne all’azienda. In questo specifico caso entrambe le deleghe, all’ambiente e alla sicurezza, sono state attribuite a Stirpe a titolo oneroso per 500 euro mensili cadauna, pari ad un totale di ulteriori 14.000 euro annui (con incremento stipendiale dai 95.000 ai 109.000 euro complessivi). Appare davvero uno spreco decidere di iniziare a retribuire deleghe che venivano regolarmente svolte a titolo gratuito da altro personale”.
Per questo Teramo 3.0 chiede al sindaco Gianguido D’Alberto, nella sua qualità di socio detentore dell’11,2% delle azioni della Ruzzo S.p.A., “di procedere ad una oggettiva ed urgente analisi dei bilanci della società acquedottistica, tesa a cristallizzare la reale entità debitoria, la veridicità delle poste contenute nei bilanci e la corrispondenza fattuale dei dati appena enumerati; di attivarsi urgentemente presso l’Ente d’Ambito ATO n. 5 teramano, al fine di chiedere se l’attuale Pianta organica sia stata o meno assentita in maniera definitiva dallo stesso Ente nell’esercizio del potere di controllo analogo, eventualmente adoperandosi per farne cessare al più presto gli effetti; di verificare nel dettaglio tutte le anomalie e le illegittimità come sopra indicate e illustrate, se del caso in contraddittorio con lo stesso Consiglio di Amministrazione e con l’ausilio sia dell’Ente d’Ambito, sia dei dirigenti comunali preposti all’Area finanziaria e all’Avvocatura; di valutare gli aspetti risarcitori relativi all’ipotizzabile danno patrimoniale diretto che la mala gestio del Ruzzo potrebbe arrecare e/o avere arrecato ai Comuni soci, senza trascurare gli obblighi di comunicazione alla Corte dei Conti”.
In caso venissero confermate le ricostruzioni della civica, la stessa chiede “immediatamente le dimissioni dell’intero Consiglio di Amministrazione, che come è noto scadrebbe nel 2019”.