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Teramo, gestione canile. Rudy Di Stefano: “solo accuse dall’amministrazione”

Accusato dal Sindaco durante il question time dell’ultimo consiglio comunale.

E’ quanto sostiene Rudy Di Stefano che racconta: “Durante la seduta di Consiglio Comunale, puntualmente sollecitato dal Consigliere Comunale Franco Fracassa, in merito agli elevati costi di gestione del canile (in particolare Fracassa evidenziava le enormi spese che l’Ente sostiene a favore del canile Privato di Castellalto. Oltre 400 mila euro/annui), il Sindaco, affidandosi ai suggerimenti di un pizzino, rispediva le accuse al mittente puntando il dito contro il sottoscritto, reo dei costi suddetti. D’Alberto in evidente imbarazzo ed impreparato sull’argomento, cita, come causa di tutti i mali, un accordo stilato in Prefettura tra il Comune di Teramo (da me rappresentata) e l’I.Z.S. alla presenza del Corpo Forestale ed il servizio veterinario della Asl”.

“Un annoso diverbio per le spese di gestione, ricovero e cura di circa 60 cani, che aveva ormai compromesso ogni rapporto di collaborazione tra i due Enti”, dice Di Stefano che continua. “Faccio notare a D’Alberto che anch’io avevo ereditato dalle Amministrazione precedenti tale situazione, tuttavia mi sono concentrato sul risolvere la problematica (come effettivamente fatto) piuttosto che spendere tempo ed energie ad accusare i miei predecessori. Oltre a mettere la parola fine ad infiniti scambi di accuse tra il Comune e l’Istituto (riavviando un proficuo rapporto di collaborazione che ci consentì, tra l’altro, di smantellare il gattile abusivo di Colleparco dopo oltre vent’anni di lamentele da parte dei residenti), fu fatto un lavoro certosino per risalire alla provenienza di quei cani, in modo da addebitare il ricovero degli stessi ai Comuni di competenza. Cosi come previsto per Legge. Grazie al lavoro fatto, solo circa la metà degli amici a quattro-zampe risultarono “intestati” al Comune di Teramo. Ho profondi dubbi che ancora oggi i soldi che il Comune versa al Canile privato possano essere riferiti ai cani oggetto di accordo con la Prefettura”.

E ancora: “Vorrei sottolineare che nessuna Amministrazione, come quella di cui ho avuto l’onore di far parte, abbia mai preso a cuore le notevoli problematiche relative al canile, al randagismo e, più in generale alla tutela e benessere animale. Proprio l’Assessorato da me guidato ha approvato, di concerto con la associazioni del settore, un apposito regolamento “per la tutela e benessere degli animali” che oggi viene completamente ignorato dalla giunta D’Alberto. Sempre l’assessorato da me guidato riuscì ad ottenere il dissequestro del canile Comunale di Carapollo, ridando dignità alla struttura, ai cani ricoverati e, soprattutto, agli eroici ed instancabili operatori di quel canile. Oggi non risulta proprio esserci la stessa attenzione. Abbiamo lasciato in eredità al Sindaco una via chiara da seguire per migliorare il servizio e contestualmente abbassare i costi di gestione (evitando il ricorso a strutture private): ampliamento della struttura esistente mediante project financing che prevedeva un appalto integrato sia per i lavori che per la gestione. Progetto risultato vincente visto le richieste arrivate. Richieste di cui l’attuale Amministrazione, ancora non riesce a bandire la gara d’appalto”.

“Mi stupisce”, conclude Di Stefano, “come D’Alberto si sia ricordato di citare il sottoscritto per muovere delle accuse su una male gestione, imputabile esclusivamente a lui ed ai suoi Assessori, e non ha avuto altrettanta accortezza nel citarmi quando sono stati presentati progetti ed iniziative che non erano farina del suo sacco. Cito, solo a titolo di esempio, il Progetto Paride, il regolamento dei quartieri e frazioni, le gare dell’ufficio Patrimonio per la vendita degli immobili. Concludo invitando il Sindaco ad evitare il continuo scarico di responsabilità agli “amministratori precedenti”: se questo esercizio può essere utile, ed anche comprensivo, nel primo anno di mandato, certifica il totale fallimento ed incapacità della giunta se fatto dopo cinque anni di governo”.