“Il consiglio comunale tenutosi il 30 settembre, ha approvato due mozioni proposte da consiglieri della sua stessa maggioranza,
una relativa all’articolo 4 comma 15 del decreto legge nr 4 del 28 gennaio 2019, convertito nella legge nr. 26 del 28 marzo 2019, riguardante l’impiego di beneficiari del reddito di cittadinanza in progetti di pubblica utilità (PUC) approntati dallo stesso Ente, mentre l’altra attiene ad una triste problematica, quella dei bimbi dimenticati in auto, che purtroppo i fatti di cronaca periodicamente ci ripropongono”. Così Pina Ciammariconi, consigliere comunale M5S Teramo.
“In merito alla prima citata, risulta quantomeno strano che un gruppo di maggioranza debba sollecitare la sua stessa giunta affinché si attivi per porre in essere ciò che viene espressamente previsto da una legge dello stato che vede, tra l’altro, i Comuni tra gli attori principali nella gestione di una misura che ha come fine primario il contrasto alla povertà ma anche la restituzione della dignità attraverso un’offerta lavorativa.
Risulta ulteriormente strano che lo stesso gruppo non sia stato messo al corrente del fatto che i comuni siano già in possesso delle “linee guida per la definizione dei patti di inclusione” (emanate con decreto dal ministero del lavoro e delle politiche sociali, previa intesa in conferenza unificata tenutasi il 27 giugno 2019), e che è già online la Piattaforma per la Gestione dei Patti per l’Inclusione sociale (Piattaforma Gepi), quale strumento necessario per l’attuazione delle attività di competenza dei Comuni rivolte ai beneficiari del RdC (verifica dei requisiti anagrafici, gestione dei Patti per l’Inclusione sociale e dei PUC – Progetti Utili alla Collettività). Auspichiamo che gli uffici preposti si siamo dunque già attivati a prescindere dalla mozione, e che la giunta voglia riferire in consiglio, atteso che l’impiego di beneficiari del RDC in progetti utili alla collettività, interessa la collettività stessa”.
E ancora: “In merito alla mozione “salva bimbi”, premettendo che si condivide appieno l’iniziativa proposta dalla consigliera Cordone, va però detto alla stessa che non corrisponde a verità quanto da lei scritto nella mozione stessa e ribadito nel corso di una recente intervista, in merito alla normativa sui dispositivi di allarme da applicare ai seggiolini. Probabilmente il suo riferimento è ad una proposta di legge su iniziativa di alcuni deputati, del lontano 2014 , a cui nessun governo di allora e successivi ha dato seguito. Appare evidente che la consigliera non sappia o magari lo avrà dimenticato, che esiste già una legge nel nostro paese, la nr. 117 del 1 ottobre 2018, pubblicata sulla gazzetta ufficiale nr 238 il 12/10/2018 e che modifica l’art. 172 del Codice della strada relativo proprio i dispositivi di sicurezza. Dunque, “non giace in parlamento” come erroneamente affermato, ma ha dovuto seguire l’iter burocratico in commissione europea (TRIA) prima, e in Consiglio di Stato poi, per l’approvazione del decreto attuativo che entro ottobre sancirà l’entrata in vigore della legge stessa. Siamo certi che questa precisazione verrà accolta favorevolmente dalla consigliera Cordone, sempre attenta a tematiche delicate come quella espressa nella mozione”