La decisione è stata comunicata questa mattina dal presidente Gloriano Lanciotti, sostenuto dal sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, dal vice presidente della Provincia, Alessandro Recchiuti e dai consiglieri regionali Dino Pepe (PD) e Marco Cipolletti (M5S).
“Prendiamo atto della scelta della Regione – ha detto Lanciotti – Ma ribadiamo il no. Chiariamo un aspetto: anni fa firmammo l’accorpamento volontario per salvaguardare l’ente visto l’impianto normativo di quel tempo. Quello stesso impianto che poi è cambiato e ci siamo per questo agganciati ai ricorsi. Diciotto Camere in tutta Italia hanno preso questa decisione, dieci regioni hanno sospeso qualsiasi provvedimento in attesa della Corte Costituzionale”. L’8 aprile, infatti, è attesa la decisione sull’eventuale incostituzionalità dell’accorpamento delle Camere di Commercio. “Restiamo basiti dalla richiesta dell’Aquila, è inaudita, così come l’atteggiamento – ha proseguito Lanciotti – La Regione Abruzzo avrebbe potuto attendere come fatto dalla Regione Campania. Attenderemo la pubblicazione sul Bura e poi faremo ricorso al Tar, auspicando ci dia ragione in attesa della sentenza dell’8 aprile”.
D’Alberto sposa la linea: “Aderisco pienamente, dalla Regione Abruzzo è arrivata un’offesa al nostro territorio, in un momento di grave difficoltà legata al cratere sismico. Si va ad indebolire un presidio fondamentale per noi, penso non ci si possa continuare a sbilanciare solo verso altri territori”.
Posizione non facile per il vicepresidente Recchiuti, “perché ho sostenuto il presidente Marsilio in campagna elettorale ed oggi sono nel ruolo più scomodo – ha detto questa mattina – Bisogna però avere il coraggio di andare oltre e con convinzione come Provincia sono qui per sostenere questa battaglia. Auspico che all’interno della Regione i rappresentanti teramani facciano sentire la loro voce. E’ un provvedimento che va sospeso in attesa di sviluppi, non c’è alcuna necessità urgente. E la Camera di Commercio dell’Aquila non può permettersi di diffidare la Regione”.
Il consigliere regionale Pepe plaude “alla correttezza politica di Recchiuti, ma manca la voce degli esponenti teramani di maggioranza del consiglio regionale. Da quei quattro consiglieri mi sarei atteso un consiglio a Marsilio e Febbo di attendere meno di tre mesi per una sentenza. La Provincia di Teramo non merita questa disattenzione”.
Cipolletti ha parlato di “un grosso danno, che potrebbe lasciare il segno”.