Questa mattina è infatti partita la diffida del sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, affinché entro il 25 giugno si proceda per la ricomposizione del consiglio di amministrazione della partecipata.
Una situazione che, se portata avanti, rischia di mettere praticamente in stallo l’attività della Teramo Ambiente e che, come dice il primo cittadino, “è tutta per colpa del socio privato”, attualmente rappresentato dal curatore fallimentare.
D’Alberto ha inoltre chiesto che la ricomposizione del CdA avvenga in una diversa assemblea rispetto all’approvazione del bilancio della partecipata.