Nereto. Il pronunciamento del tribunale delle imprese che ha “cancellato” il nuovo Cda della Poliservice, rimettendo in sella la vecchia governance non ha certo spento le polemiche. Anzi, le contrapposizioni nate in tutta la fase assembleare tornano a galla.
Dopo alcuni giorni di silenzio apparente, i sindaci di quattro comuni soci della società multiservizi (Bellante, Colonnella, Controguerra e Bellante), tornano a caricare a testa bassa. E lo fanno per “punzecchiare” il sindaco di Nereto, Daniele Laurenzi, accusato di aver “mistificato la realtà”.
“Il sindaco”, scrivono in un nota Giovanni Melchiorre, Andrea Luzii, Franco Carletta e Biagio Massi, “ha ottenuto con il ripristino del precedente CdA di far passare il socio privato da nessuno a due rappresentanti su cinque, ben oltre le proprie quote, di togliere il membro dell’Unione di Comuni della Val Vibrata che globalmente rappresenta il 99,3% del fatturato Poliservice e di escludere anche il proprio nominato: merito al merito.
È vero che il Tribunale ha reintegrato il precedente, già decaduto, CdA di Poliservice, ma non già perché ha “ripristinato la legalità”, come pure è stato trionfalmente annunciato, bensì unicamente perché – si legge nel provvedimento – prima di eleggere un CdA rispettoso dell’equilibrio di genere, l’assemblea dei soci avrebbe dovuto integrare lo Statuto inserendovi i relativi criteri operativi.
Fu vera gloria?. “Il tribunale, senza decidere nel merito”, commentano i 4 sindaci, “e quindi attribuendo né ragione né torto ad alcuno, ha cautelativamente sospeso quella deliberazione, sostanzialmente dicendo all’assemblea dei soci: “devi prevedere nello Statuto le modalità per ottenere il rispetto dell’equilibrio di genere; non puoi farlo tu autonomamente”.
E ciò è quello che saranno chiamati a fare i soci di Poliservice sin dai prossimi giorni, non nei prossimi mesi. Perché se c’è qualcuno – e c’è – che intende far sì che il reintegrato CdA già scaduto continui a gestire la Poliservice per mesi, prendendo anche decisioni che esulino dall’ordinaria amministrazione, questo qualcuno troverà la ferma opposizione di tutti i soci pubblici i quali hanno dimostrato, nell’intero corso dell’assemblea che ha rinnovato il CdA oggi sospeso, non solo di avere a cuore le sorti di Poliservice che è risorsa dei Comuni della Val Vibrata e non già terra di conquista degli speculatori, ma anche di saper superare gli steccati partitici per far valere due principi: la prevalenza degli interessi pubblici e il rispetto dell’equilibrio di genere nella elezione del nuovo CdA.
Lo statuto mai modificato e la stoccata ad Antelli. I sindaci non usano tanti giri di parole e nella replica mettono sulla graticola anche l’ex presidente Gianni Antelli, ora tornato in sella con il ripristino del precedente Cda “incollato alle poltrone della Poliservice prima come presidente, poi nel consiglio di amministrazione: fino ad ieri rappresentante degli interesse pubblici e oggi di quelli privati. Sfiduciato da tutti i sindaci soci, tranne, e che dovrebbe spiegare del perché non ha adeguato lo statuto quando era presidente”.
Giustizia e politica. “La cronaca giudiziaria consegna oggi alla comunità vibratiana ed ai comuni soci un CdA scaduto e sgradito a tutti i soci pubblici (a parte Nereto, ovviamente), in grado di assicurare soltanto l’ordinaria amministrazione di una società che gestisce un servizio essenziale e delicato per ben 13 comuni”, la chios
“La cronaca politica disegna, nel contempo, un quadro in cui da un lato stanno tutti i sindaci (di destra, di centro e di sinistra) dei Comuni soci di Poliservice, mentre dall’altro c’è un socio privato che – come è giusto – fa esclusivamente i propri interessi grazie al reinserimento giudiziario di Gianni Antelli nel CdA, ed un sindaco (quello di Nereto) che ha sposato la causa del socio privato, per non giustificate ragioni auto-relegandosi in una condizione di isolamento”.