Sant’Omero, ripartizione fondi della sanità: “no alla nuova Tac in ospedale”

Val Vibrata. Per il tavolo tecnico Stato-Regione che ha deciso la ripartizione dei fondi PNRR per la Sanità, I cittadini della provincia di Teramo vengono considerati cittadini di serie B.
È la considerazione che nasce spontanea dall’analisi della suddivisione, a dir poco disomogenea, dei 216 milioni di euro assegnati all’Abruzzo.

Di essi ben 64 vanno a Pescara, 61 a L’Aquila, 52 a Chieti e soli 39 a Teramo.
Perché? C’è un razionale in tutto ciò?
Difficile trovarlo; alla fine il motivo sarà sempre lo stesso, cioè lo strapotere decisionale riconducibile
a quei territori a sud di Teramo.

Condizione che ora sta producendo quanto sopra riferito, ma che nel corso della giovane vicenda amministrativa della nostra regione, ha contribuito a determinare altre incongruenze, altri squilibri”, sottolinea Emilio Di Biase, coordinatore Italia Viva Val Vibrata, “tra cui l’incredibile concentrazione di strutture sanitarie in quei luoghi, a cominciare dagli ospedali, 31 tra pubblici e privati fino a qualche anno fa, ma ancora oggi ben 23.

Un numero spropositato, se confrontato con i soli 4 di Teramo, e che ha comportato e ancora comporta un ingente impiego di risorse pubbliche, causa principale dell’ingente debito sanitario accumulato negli anni e da cui la regione e l’intera sua comunità, anche quella teramana, stanno cercando di rientrare.

L’analisi poi investe quello che è l’aspetto legato alla sanità in Val Vibrata. “Questo per la sconcertante penalizzazione a danno dell’ospedale di Sant’Omero, non vedendosi assegnare a differenza di tutti gli altri ospedali regionali, inclusi i rimanenti tre provinciali, una TAC a 128 strati, apparecchio più performante di quello attualmente in uso nel presidio vibratiano, una semplice 16 strati.

Italia Viva Val Vibrata lancia un appello ai rappresentanti istituzionali, in particolare ai sindaci del comprensorio, invitandoli a recuperare un giusto approccio al ruolo di prima autorità sanitaria.
Potrebbero iniziare a farlo convocando la “Conferenza dei sindaci di distretto”, organismo caduto in disuso negli ultimi anni, ma che rimane essenziale strumento di programmazione socio-sanitaria, e nel caso specifico, essenziale per tentare di spingere la regione ad intervenire per correggere gli evidenti squilibri perpetrati a discapito della ASL di Teramo”.

 

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