Ex precario della Ruzzo Reti sarà risarcito. “Sentenza che mette a rischio cento lavoratori” VIDEO

Il giudice del lavoro del tribunale di Teramo dà ragione ad un ex lavoratore della Ruzzo Reti. La CdLT CGIL di Teramo esprime “soddisfazione per la sentenza che ha inteso pronunciarsi contro l’abuso della somministrazione di manodopera. La vertenza è stata promossa dalla categoria di settore della CGIL a tutela di un lavoratore nei confronti dell’azienda utilizzatrice Ruzzo Reti SpA e delle Agenzie di Somministrazione, in seguito all’interruzione del rapporto di lavoro dopo più di cinque anni di attività“.

Della sentenza hanno parlato questa mattina il segretario Pancrazio Cordone, insieme a Natascia Innamorati e Gampiero Dozzi.

“I contenuti innovativi della sentenza rappresentano per noi un importante strumento di tutela che ha una portata generale e che può contribuire a limitare la crescente precarietà del lavoro in settori essenziali per il territorio sia nel settore dei servizi pubblici, sia nel settore privato. In primo luogo sanziona l’abuso della reiterazione dei contratti di somministrazione nello svolgimento di attività ordinarie, in nessun modo riconducibili alla condizione della temporaneità o della eccezionalità, considerati presupposti essenziali dalla normativa Europea. In secondo luogo considera nulli gli accordi in deroga quando non si determinano le condizioni e i relativi percorsi per la stabilizzazione dei lavoratori con contratti a tempo indeterminato presso l’utilizzatore, normalmente adibiti allo svolgimento di attività ordinarie“.

Per la Cgil, “La sentenza per noi può aprire un nuovo scenario sul versante delle relazioni sindacali e può determinare un ruolo più forte della contrattazione collettiva nella costruzione di percorsi di stabilizzazione. Nel settore dei servizi pubblici ad esempio riteniamo che si debba senza indugio avviare da subito una contrattazione per l’avvio delle selezioni pubbliche finalizzate alla costituzione di rapporti a tempo indeterminato. Su questo versante va inoltre precisato che in caso di interruzione di rapporti di lavoro precario di lunga durata attualmente in essere, le azioni risarcitorie a tutela dei lavoratori potrebbero determinare profili di responsabilità patrimoniale in capo agli amministratori. Nel settore privato il ricorso strutturale a rapporti di lavoro a termine di lunga durata con accordi in deroga può determinare sin da subito la condizione per l’impugnazione dei contratti e la conseguente costituzione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato”.

In attesa di giudizio altre vertenze simili sempre a Teramo.

LA RUZZO RETI ANDRÀ IN APPELLO “In merito alla sentenza del Tribunale del Lavoro di Teramo sul tema dei lavoratori precari della Ruzzo Reti, il Consiglio di Amministrazione della Società acquedottistica teramana esprime perplessità per la soddisfazione dimostrata dai sindacati in merito ad una sentenza che, ad oggi, rischia di mandare a casa oltre cento persone. Ricordiamo che quella dell’8 febbraio scorso è una sentenza di primo grado che quindi dovrà essere confermata da altri due gradi di giudizio, prima dei quali ci sembra prematuro esprimerci – sottolinea il CdA della Ruzzo Reti – Soprattutto siamo basiti del fatto che la Cgil, continuando ad insistere sulle stabilizzazioni, più che un atto di coraggio chieda a questo Consiglio di Amministrazione, un atto di illegittimità. La Ruzzo Reti, come noto anche ai sindacati, infatti, dal dicembre 2019, ha chiesto all’Ente Regionale per il Servizio Idrico Integrato la possibilità di bandire concorsi, richiesta che per due volte è stata negata. Ci stupiamo quindi del fatto che i sindacati, che ben conoscono la situazione, continuino a rivolgersi al Cda della Ruzzo Reti piuttosto che all’Ente regionale per il Servizio Idrico Integrato“.
“Ci preme in ultimo ricordare che questa governance, guidata dalla presidente Alessia Cognitti, nonostante la difficile situazione ereditata dal passato, ha raggiunto il pieno equilibrio economico e finanziario che gli ha permesso, dopo venti anni, di deliberare i primi due concorsi pubblici”.
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