L’8 marzo prossimo, i cittadini di Valle Castellana, saranno chiamati, attraverso un referendum, ad esprimersi, se restare in Abruzzo, o entrare a far parte integrante della Regione Marche.
Trattandosi di un referendum di rango costituzionale dovrà avere il 50% più uno degli aventi diritto al voto.
Sarà questa l’ultimo capitolo di una lunghissima storia che ha visto per anni i cittadini di Valle Castellana impegnati nella difficile battaglia per entrare a far parte della Regione Marche e della Provincia di Ascoli Piceno.
Da anni, infatti, i residenti di questo piccolo Comune di 911 abitanti posto a 630 metri s.l.m., tra i bellissimi Monti della Laga, con castagneti secolari, un ambiente incontaminato con borghi in pietra e vecchi mulini in disuso, lamentavano lo stato di abbandono dalla provincia di Teramo distante circa 40 km. Molto più vicino e facile da raggiungere Ascoli Piceno, distante 18 km. Inoltre il territorio del Comune di Valle Castellana ricade già dal punto di vista giuridico, nelle competenze del tribunale di Ascoli.
“Ora, finalmente, la parola passa ai cittadini” ha commentato il Vice Presidente del Consiglio Regionale, Piero Celani. “Saranno loro – ha proseguito – a mettere la parola fine su una lunga vicenda che ha dovuto affrontare momenti difficili nelle pastoie di una normativa che ha richiesto molto tempo per la soluzione fino al via libera della Corte di Cassazione”.
“Auspico che i cittadini di Valle Castellana – dice Celani – votino per il passaggio alle Marche. E’ la naturale conclusione per una popolazione che amministrativamente ricade in territorio abruzzese ma geograficamente è sempre stata ascolana. Con il passaggio di questo territorio nelle Marche, potremo dare continuità al progetto di sviluppo economico e turistico del comprensorio montano dei Monti Gemelli. E’ un’occasione davvero unica. Poi la Provincia di Ascoli e la Regione Marche faranno, ne sono certo, la loro parte per sistemare le strade e i servizi e per dare le giuste e attese risposte agli abitanti di quel comprensorio, finalmente “Piceni ed Ascolani” non solo geograficamente, ma anche amministrativamente”.