Lo ha denunciato Pineto 2.0, spiegando che in città “i negozi continuano a chiudere nonostante l’economia e i consumi siano ripartiti, seppure lentamente. Il Sindaco, beatamente racchiuso nella sua bolla di vetro, certamente non si è accorto che molte attività hanno chiuso i battenti sotto la sua amministrazione, che la città appare sempre meno accattivante e che tantissime persone preferiscono passeggiare nelle città vicine. Non è solo colpa della crisi economica ma soprattutto di una carente visione strategica nonchè dell’assenza di sostegno ai commercianti e ai piccoli imprenditori, nonostante Pineto siano piovuti gli oltre sei milioni di euro senza che si sappia che fine stiano facendo”.
“Un centro senza commercio, dove la passeggiata è avvilente, non può sopravvivere; da Villa Ardente a Corfù – continua – una lunga lista di esercizi commerciali, quelli che non hanno resistito, hanno deciso di abbassare la saracinesca per sempre. Quest’Amministrazione, con a capo Verrocchio e tutti i consiglieri di maggioranza, non ha fatto assolutamente niente in questi anni per scongiurare questa preannunciata catastrofe. Eppure le lamentele ‘quelle vere’ da parte dei commercianti non sono mancate: dai gravi disagi creati dal balletto del mercato ai problemi alla viabilità che scoraggiano l’afflusso dei clienti. Nel pieno centro cittadino, senza tener conto delle periferie, appare evidente che è arrivata l’aria gelida di un’amministrazione comunale fallimentare, rea di non aver intrapreso azioni attrattive e di riqualificazione urbana, di non aver colto il cambiamento, autrice di una politica immobilista in cui galleggiare è sufficiente. Siamo di fronte ad un menefreghismo e incapacità oggettiva di tutto il PD pinetese, che ha pensato a tutto fuorché al sostegno di una politica di sviluppo per Pineto. Siamo davanti a una situazione di grave emergenza, perché mai questa amministrazione, o presunta tale, si è occupata del commercio di Pineto. Forse qualcuno era troppo occupato a salvaguardare i propri interessi! Per superare questo momento serve un grande progetto condiviso. Bisogna lavorare a una sintesi di tutte le problematiche create nell’arco di questi ultimi anni che tenga insieme il diritto all’impresa e al lavoro e scongiuri il pericolo concreto che molte altre attività siano costrette a chiudere i battenti. Bisogna investire su una programmazione mirata che favorisca l’attrattività della città, com’è già avvenuto in altre realtà”.