Pineto 2.0: ‘il commercio muore mentre il sindaco sonnecchia’

Pineto. Serrande abbassate, locali commerciali vuoti, oltre 40 quelli contati solo in centro. Vie di periferia e vie del Centro (un tempo fiore all’occhiello della città) prive di vita commerciale e di prospettive di crescita. In un’agonia, surreale e purtroppo sempre più in crescita, si moltiplicano i cartelli di affittasi e vendesi”.

 

Lo ha denunciato Pineto 2.0, spiegando che in città “i negozi continuano a chiudere nonostante l’economia e i consumi siano ripartiti, seppure lentamente. Il Sindaco, beatamente racchiuso nella sua bolla di vetro, certamente non si è accorto che molte attività hanno chiuso i battenti sotto la sua amministrazione, che la città appare sempre meno accattivante e che tantissime persone preferiscono passeggiare nelle città vicine. Non è solo colpa della crisi economica ma soprattutto di una carente visione strategica nonchè dell’assenza di sostegno ai commercianti e ai piccoli imprenditori, nonostante Pineto siano piovuti gli oltre sei milioni di euro senza che si sappia che fine stiano facendo”.

“Un centro senza commercio, dove la passeggiata è avvilente, non può sopravvivere; da Villa Ardente a Corfù  – continua – una lunga lista di esercizi commerciali, quelli che non hanno resistito, hanno deciso di abbassare la saracinesca per sempre. Quest’Amministrazione, con a capo Verrocchio e tutti i consiglieri di maggioranza, non ha fatto assolutamente niente in questi anni per scongiurare questa preannunciata catastrofe. Eppure le lamentele ‘quelle vere’ da parte dei commercianti non sono mancate: dai gravi disagi creati dal balletto del mercato ai problemi alla viabilità che scoraggiano l’afflusso dei clienti. Nel pieno centro cittadino, senza tener conto delle periferie, appare evidente che è arrivata l’aria gelida di un’amministrazione comunale fallimentare, rea di non aver intrapreso azioni attrattive e di riqualificazione urbana, di non aver colto il cambiamento, autrice di una politica immobilista in cui galleggiare è sufficiente. Siamo di fronte ad un menefreghismo e incapacità oggettiva di tutto il PD pinetese, che ha pensato a tutto fuorché al sostegno di una politica di sviluppo per Pineto. Siamo davanti a una situazione di grave emergenza, perché mai questa amministrazione, o presunta tale, si è occupata del commercio di Pineto. Forse qualcuno era troppo occupato a salvaguardare i propri interessi! Per superare questo momento serve un grande progetto condiviso. Bisogna lavorare a una sintesi di tutte le problematiche create nell’arco di questi ultimi anni che tenga insieme il diritto all’impresa e al lavoro e scongiuri il pericolo concreto che molte altre attività siano costrette a chiudere i battenti. Bisogna investire su una programmazione mirata che favorisca l’attrattività della città, com’è già avvenuto in altre realtà”.

Pineto 2.0 ritiene che sia prioritario “lavorare sul contesto, sulla residenzialità, sui servizi anche innovativi per cittadini e turisti. Bisogna aprirsi a dei veri attrattori, che non siano solo economici, ma complessivamente anche luoghi di produzione di valori culturali e sociali. Bisogna invogliare l’apertura di nuove imprese commerciali con una politica concentrata su meno tasse e più incentivi. Occorre ritornare concettualmente alla città “storica”: le strade devono tornare a pullulare di gente. Non vogliamo più vedere una città spenta e senza speranza! È necessario intervenire con la massima urgenza nel fare sistema. Nel frattempo, tra qualche settimana, torneranno quei pochi turisti che scelgono ancora di villeggiare a Pineto e troveranno tante vetrine chiuse.”, conclude la nota

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