La Corte di Cassazione, dopo cinque anni di vicende processuali, ha sentenziato, definitivamente, il fallimento di Cirsu Spa, ovvero del comprensorio pubblico, di cui faceva parte Mosciano (con altri cinque Comuni), per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti.
“Con questo fallimento, politicamente, è tombata la gestione politica amministrativa di tutti coloro che dal Consiglio Comunale di Mosciano (in posizione di Maggioranza, ovviamente) hanno rivestito ruoli od incarichi al Cirsu. In primis i Sindaci. Anche quello attuale, colpevole, come la sua attuale Maggioranza, di non aver voluto ascoltare chi, dall’altra parte-noi dell’Opposizione-da subito e da sempre ha avuto ragione in tutto”.
Lo ha scritto in una nota il gruppo di opposizione, Obiettivo Mosciano, spiegando che “chi ha vissuto, passo dopo passo, le vicende amministrative e politiche di Cirsu, seppur dalla Minoranza, ha sempre chiesto una sola cosa: fermarsi! Fermarsi di fronte le scelte che dal Cirsu Spa ma anche precedentemente dalla Sogesa Spa venivano adottate, in barba al patrimonio del consorzio, dei dipendenti, ma anche dell’ambiente circostante.
Insomma in barba al pubblico interesse. Invece l’amministrazione Galiffi, come le precedenti, ha preferito proseguire il suo cammino. Continuando la battaglia legale”.
“Infatti, il nostro Sindaco e la sua Giunta, dopo la sentenza di fallimento di primo grado emessa a Settembre 2015 dal Tribunale di Teramo, hanno accordato l’impugnazione alla Corte d’Appello e, finita anche questa con esito sfavorevole alle posizioni dei sei Comuni (chissà perché?), hanno deciso di arrivare al giudizio di Cassazione. Con la Cassazione è certo: il Consorzio pubblico dei rifiuti, la perla della politica di centro-sinistra moscianese, fallito. A mo’ di un giocattolo buttato via insomma. Chi ha sbagliato? Chi sono i responsabili? Chi pagherà le spese legali? Quali le ripercussioni di questo fallimento sul nostro bilancio comunale?”
Quesiti che il sindaco Galiffi, l’assessore all’ambiente Lattanzi e il capogruppo Rossi dovranno chiarie in consiglio comunale: “spiegandoci come mai per tre gradi di giudizio è stata confermato lo stato di insolvenza e fallimento del Cirsu. Ma non solo. A distanza di un anno esatto dalle elezioni, il problema politico del fallimento del Cirsu assume dimensioni molto più vaste. Alle forze di destra che un anno fa hanno, deliberatamente, deciso di appoggiare, con loro rappresentanti in Maggioranza, chi ha portato avanti scelte fallimentari a danno della società-come statuito dalla Cassazione in merito a questa vicenda-chiediamo, oggi più che mai, i motivi politici di siffatta scelta. E di prendere una posizione politica una volta per tutte.
“E’ terminato, infatti, il camouflage elettorale per cui è facile vincere, anche quando si fallisce. Pensando ad altro, di certo non alla comunità. Ciò che, invece, ha sempre contraddistinto Obiettivo Mosciano”, conclude l’opposizione.