Con una nota congiunta firmata da Filippo Da Fiume (Capogruppo Consiliare M5S Pineto), Silvia Mazzocchetti (Consigliera M5S Pineto), Gruppo Attivisti M5S Pineto , Simona Astolfi (Capogruppo Consiliare M5S Silvi), Massimo Blasiotti (Consigliere M5S Silvi), Gruppo Attivisti M5S Silvi e dall’On.le Valentina Corneli (Portavoce M5S); il Movimento 5 Stelle interviene a seguito della decisione del Tar sulle nomine all’interno del CdA dell’Amp Torre di Cerrano.
“Avevamo già preannunciato alla stampa la palese illegittimità della nomina dell’avv. Palozzo a Consigliere del CDA dell’Area Marina protetta Torre del Cerrano, in quanto avvenuta in aperto contrasto con lo statuto del Consorzio”, dicono i pentastellati nella nota. “Nonostante i nostri avvertimenti taluni personaggi della “vecchia politica” animati dalla solita protervia hanno deciso di proseguire per la loro strada senza fare nulla per porre rimedio, tanto da obbligare il Comune di Pineto a ricorrere al TAR. E’ arrivata la sentenza (invero scontata) che tutti aspettavamo, che rispedisce a casa l’avv. Palozzo annullando l’atto di nomina poiché illegale”.
“La conseguenza non si limita al fatto che per il Parco marino – che è uno strumento importantissimo per l’economia e la tutela del nostro meraviglioso paesaggio – abbiamo perso del tempo prezioso, in quanto il CDA si ritrova bloccato, ma si estende al fatto che ora tutti i cittadini abruzzesi dovranno rifondere oltre 2.500 euro di spese legali per un giudizio che poteva essere palesemente evitato con un po’ di buon senso e conoscenza delle leggi, o quantomeno ascoltando le nostre indicazioni che avevamo reso pubbliche alla stampa. Ringraziamo di questo, ancora una volta, lo sfascismo delirante del centrodestra abruzzese che sta letteralmente portando la nostra regione allo sbando (come dimostrato anche dalla gestione dell’emergenza sanitaria). A questo punto”, prosegue la nota del M5s, “auspichiamo che per quanto accaduto i responsabili verranno chiamati a dare spiegazioni nelle sedi opportune, perché è ormai troppo tempo che la politica della nostra regione resta asservita alla logiche della pecunia e delle poltrone, a danno del nostro patrimonio sociale, ambientale e culturale, delle nostre potenzialità, e delle tasche di tutti i cittadini abruzzesi”.
E concludono: “Ora è il momento che qualcuno si chieda se chi si è assunto la responsabilità di operare una forzatura tanto dannosa sia all’altezza di restare all’interno di un Consiglio d’amministrazione che, per questa violazione, ha perso due preziosissimi mesi di lavoro. La sentenza di oggi ha cristallizzato l’inadeguatezza di chi voleva a tutti i costi la carica di Presidente e che forse ora dovrebbe decidere per l’unica cosa dignitosa da fare: dimettersi anche come Consigliere”.