E lo fa con una nota con la quale non usa toni teneri nei confronti di Laurenzi, accusato di avere una gestione “autoritaria, non inclusiva, intransigente e arrogante”.
La conferma è il provvedimento stesso, che per tempistica non ha consentito di interpellare i componenti dell’amministrazione, prendendo come sempre le decisioni da solo o al massimo, con un gruppetto di carbonari non passati per le elezioni, confermando che i componenti dell’amministrazione hanno la mera funzione di alzare la mano all’occorrenza”.
“Per quanto riguarda le considerazioni estremamente negative nei miei confronti”, prosegue il consigliere comunale, “produrrò argomenti corredati di prove certe, al fine di chiarire in maniera inequivocabile il mio onesto disinteressato operato. Tanto debbo alla mia amata Nereto. Certamente il sottoscritto non fa parte della pletora di gazze ladre e avvoltoi politici che pur essendo in minoranza saccheggiano la Polis da decenni, dalla libertà di espressione, agli incarichi ciclici, alla incapacità di ascolto, uno spaccato che ben rappresenta la vita politica italiana decadente, oggi più di ieri”.
Elezioni provinciali. Di Berardino tocca anche il tema delle imminenti elezioni per la Provincia, “Altro demoralizzante esempio, le imminenti votazioni provinciali, di cui fui vittima sacrificale nelle precedenti, vicenda per cui non ebbi alcuna giustificazione e alla quale dedicherò un capitolo speciale.
In quattro anni di amministrazione, nonostante le mie reiterate richieste, sono state convocate se non erro tre riunioni della maggioranza, con due monologhi sindacali e una votazione per togliermi il ruolo di capogruppo.
Va detto che il sottoscritto e altri componenti dell’amministrazione”, prosegue, “non siamo stati coinvolti nella scelta degli incarichi delle partecipate e non, dei progetti, delle decisioni, delle investiture si sapeva a posteriori dai giornali. Nel mio caso venivo a conoscenza di varie scelte anche da normali cittadini, nonostante il mio leale, soddisfacente, contributo elettorale a Viviamo Nereto, senza appartenenza politica e senza gruppo”.