Martinsicuro. Nel gruppo di maggioranza al Comune di Martinsicuro scoppia la grana Alessandro Casmirri.
Nessun problema sulla tenuta dell’esecutivo avviato senza patemi alla fine del mandato amministrativo e al successivo appuntamento elettorale. Ma l’esito delle elezioni provinciali di secondo livello degli effetti rischia di produrli. E non potrebbe essere altrimenti, anche alla luce di un passaggio, non banale, che si è consumato nella seduta consiliare di martedì sera.
Un consiglio con un unico punto all’ordine del giorno e nel quale Alessandro Casmirri, consigliere con delega allo sport, in apertura di seduta ha voluto sottolineare alcuni aspetti. Poi ha abbandonato la seduta, senza che dai banchi della maggioranza ci fosse una riflessione o un sostegno alla posizione del consigliere che era candidato nella lista Renew Teramo, di area centrista, ispirata dall’asse Gatti-Sottanelli.
Il caso Casmirri. La candidatura di Alessandro Casmirri, come ha ricordato lo stesso consigliere, era stata appoggiata dall’intero gruppo di maggioranza, con “l’obiettivo di avere una rappresentanza martinsicurese in Provincia. E devo dire che una delusione non posso nasconderla, perché l’obiettivo non era personale, ma di far contare la nostra cittadina”. Su 11 potenziali voti di maggioranza, Casmirri ne ha raccolti appena 5. Tradotto, oltre la metà del gruppo di maggioranza ha votato rappresentanti di altri Comuni (Tortoreto e Civitella del Tronto, sulla scorta di indicazioni precise di referenti politici della vallata) e l’elezione ponderata del rappresentante di Martinsicuro è saltata.
Casmirri, in consiglio, molto compunto, ha manifestato la propria amarezza per l’esito delle elezioni, ribadendo l’appartenenza al gruppo di maggioranza e fiducia al sindaco Vagnoni, ma le parole non sono passate inosservate. Anche perché la situazione potrebbe rappresentare la punta di un iceberg in seno alla maggioranza consiliare in un frangente molto delicato vista la scadenza elettorale. E la vicenda potrebbe anche pesare sui rapporti di fiducia reciproci tra chi siede in maggioranza.